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Borse, Green Finance & Carbon Tax

Le Borse scommettono sulla transizione ambientale: un azzardo?


Il motivo potrebbe essere questo: quanto più è elevato il prezzo dei combustibili fossili, tanto minore è il divario rispetto a quello dell'energia prodotta da fonti rinnovabili. E, di conseguenza, la transizione diventerebbe più rapida e comparativamente più conveniente: la Green Finance non aspetta altro.

C'è un differenziale di costi, ovviamente, tra quelli dei Paesi consumatori netti di energia fossile e quelli dei Paesi produttori: ma tanto più si accelera la transizione verso le fonti rinnovabili, tanto minore è l'esborso per l'importazione di combustibili dall'estero e tanto maggiore il profitto per coloro che avranno investito in impianti per energie rinnovabili.

E' una scommessa forse azzardata, perché ci sono problemi tecnologici enormi ancora da risolvere per le auto elettriche, per la diffusione dei sistemi di ricarica e l'autonomia di percorrenza. Per le industrie, la fornitura di energia da fonti rinnovabili è un problema ancora maggiore, ma tutti si ingegnano sperimentando bio-carburanti e soluzioni alternative.

Paradossalmente, a questo punto, se è vero che la introduzione di un tetto al prezzo del petrolio o del gas ridurrebbe gli incassi dei Paesi produttori, in primo luogo della Russia che è oggetto di sanzioni internazionali come l'Iran, si ridurrebbe anche l'incentivo a sostituire gas e petrolio con altre fonti rinnovabili. Insomma, tranne che ai consumatori, famiglie ed imprese, un alto prezzo dell'energia da fonti fossili fa intanto comodo un po' a tutti: ai Paesi esportatori che incassano, alle imprese che ne fanno commercio internazionale ed agli investitori in fonti rinnovabili che vedono accelerato il business ed i ritorni.
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