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Debito estero americano: non è sempre oro ciò che riluce

Inflazione e dollaro forte hanno migliorato i conti


L'andamento del cambio ha esercitato una forte influenza nel corso dell'anno, visto che nei primi mesi del 2022 si era registrato un peggioramento del saldo, poi migliorato a mano a mano che il dollaro si andava indebolendo rispetto alle altre valute. La spiegazione è questa: un americano che detiene asset o vanta crediti all'estero, li deve commisurare al valore della propria moneta, il dollaro: dunque, se ad esempio l'euro si svaluta, il valore in dollari dell'asset o del credito che sono denominati in euro diminuisce di conseguenza.

L'inflazione ha un effetto analogo, facendo gonfiare in termini nominali il valore di mercato.

Se si analizza la scomposizione del miglioramento del debito finanziario netto degli Usa, passato dai -18.124 miliardi di dollari del 2021 ai -16.117 miliardi del 2022, si constata che il miglioramento complessivo del saldo, pari a 2.007 miliardi di dollari, è stato determinato dalla combinazione tra un effetto positivo di ben 2.684 miliardi derivante dall'andamento dell0inflazione e dalle componenti valutarie ed un effetto negativo di 677 miliardi del saldo del conto finanziario. Se non ci fossero state la variazioni delle valutazioni derivanti dall'inflazione e dal cambio del dollaro, la posizione finanziaria netta americana sarebbe peggiorata di altri 677 miliardi di dollari.

Al netto dei derivati, le attività patrimoniali statunitensi nei confronti dell'estero sono passate dai 33.078 miliardi di dollari di fine 2021 ai 29.136 miliardi di fine 2022, diminuendo così di 3.942 miliardi: ciò è dipeso da riduzioni per 3.501 miliardi dovute alla dinamica inflazionistica, per 1.261 miliardi dovute al cambio del dollaro, e per 98 miliardi dovute a poste non attribuibili, a fronte di un apporto positivo per 919 miliardi del conto finanziario.

Sempre al netto dei derivati, nello spesso periodo le passività statunitensi verso il resto del mondo sono passate da 51.222 miliardi di dollari a 45.323 miliardi, diminuendo così di 5.899 miliardi: ciò è dipeso da riduzioni per 7.622 miliardi dovute alla dinamica inflazionistica, per 106 miliardi dovute al cambio del dollaro, e ad incrementi per 313 miliardi dovuti a poste non attribuibili e per 1.516 miliardi del conto finanziario.
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