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Geopolitica

Economia e mercati vanno bene, ma il resto?

Se pensiamo a quello che successe nel 2011, quando la crisi libica rovinò per sei mesi la performance delle borse, vediamo che non occorre una crisi geopolitica grave o gravissima per produrre guasti nei mercati. Basta molto meno.

Oggi, diversamente dal 2011, il petrolio è percepito dai mercati come abbondante. Il boom energetico del Nordamerica ci fa sentire al riparo da shock geopolitici. Eppure il Brent è allo stesso livello del 2011, non più in basso. Le tensioni in Libia e nel Sud Sudan, unite all'aumento della domanda, bastano a impedire una discesa di prezzo che era ampiamente attesa. Possiamo immaginare che cosa succederebbe in caso di incidenti geopolitici più gravi.

The Long Shadow. Le conseguenze di lunga durata della Grande GuerraLe considerazioni fatte finora sono lontanissime dal cuore e dalla mente dei mercati, che stanno vivendo una fase nirvanica di perfetta beatitudine. Bond e azioni si sentono in equilibrio e non sentono nessun bisogno di allontanarsi dai livelli attuali.

L'entusiasmo per l'euro è fortunatamente rientrato. La Bce lo vedrebbe volentieri un poco più debole per essere più sicura rispetto alla ripresa economica.

È possibile che, nelle prossime settimane, i dati americani comincino a manifestare meno forza. I piazzali delle case automobilistiche sono pieni di auto come non lo sono mai stati e la produzione verrà ridotta. Lo stesso sta accadendo in altri settori. In compenso si avverte finalmente una ripresa di domanda nella tecnologia.

Il 2014 si profila sempre più come un anno operoso e redditizio di alfa, di arbitraggi e di valori relativi. Dopo quasi cinque anni di rialzi tumultuosi ora arriva il tempo delle rifiniture.

(Nella foto: The Long Shadow. Le conseguenze di lunga durata della Grande Guerra)
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