Fermi, dice però Greg Fuzesi di JP Morgan.
La produzione automobilistica tedesca è quest’anno eccezionalmente volatile. Un mese molto pesante può essere seguito da un mese di forte ripresa. Aspettiamo un momento prima di dare giudizi definitivi sulla Germania (che è comunque un po’ in affanno su molti fronti) e sul mondo.
Un altro elemento di difficile interpretazione è l’atteggiamento delle
banche centrali nei confronti dei mercati finanziari. La Yellen aveva già provato a stilare una piccola lista di asset sopravvalutati (alcuni bond ad alto rendimento, una parte della biotecnologia e i social network). La reazione era stata breve. La sensazione era che la FED, scegliendo alcuni settori ad alto valore simbolico, voleva semplicemente comunicare che teneva d’occhio i mercati, non che ne desiderava la discesa.
Ora però il
Fondo Monetario parla di mercati azionari gonfi, non fa distinzioni sottili e paventa forti cadute l’anno prossimo. È qualcosa di più di un semplice richiamo alla moderazione. Perché lo fa? Perché nota un divario crescente tra borse sempre più sicure di sé e un’economia globale più fragile di quello che si pensava e teme davvero dei crash che la possano indebolire ulteriormente? Oppure perché vuole che tutti continuino a tenere i tassi a zero senza sentirsi intralciati da bolle di borsa che a questi livelli danno più fastidio che altro? La prima interpretazione è molto negativa per le borse, la seconda è in realtà molto positiva, perché corrisponde a un comprare su debolezza con validità permanente.
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