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Geopolitica

Ce la siamo dimenticata, forse incautamente

Quest'anno bisognerebbe anticipare le vacanze di Natale. Si dovrebbe partire subito e tornare il più possibile riposati a fine mese. Da qui ad allora succederà infatti ben poco e il mercato sarà interessante solo per i trader, ai quali continuerà a offrire un canale di oscillazione ben definito.

Dicembre sarà invece molto vivace. Un mese che è dedicato di solito alla chiusura delle posizioni, alla redazione di enormi documenti di previsione sull'anno successivo (che nessuno ha il tempo di leggere perché bisogna girare da un Christmas party all'altro) e a un rialzo finale senza troppo costrutto sarà quest'anno aperto fino all'ultimo a sviluppi imprevedibili.

Se tutti sanno che il 3 dicembre la Bce dovrà annunciare qualcosa di espansivo, nessuno ha chiaro fino a che punto si spingerà. Porterà i tassi ancora più sottozero? Di quanti mesi prolungherà il Quantitative easing che dovrebbe scadere in settembre? Di quanto ne amplierà la portata? Quali altri titoli, oltre ai governativi e ai paragovernativi, vorrà includere? E soprattutto, quanto di tutto questo è già scontato dai bond, dalle borse e dal cambio dell'euro?

Quali che siano le decisioni della Bce, la reazione dei mercati sarà relativamente breve, perché sarà comunque rischioso assumere posizioni troppo aggressive in vista della riunione della Fed del 16, più aperta che mai. Se infatti i tassi americani verranno lasciati a zero vedremo un recupero dell'euro e una fiammata al rialzo per crediti e borse. Se verranno invece alzati, come riteniamo più probabile, l'euro si indebolirà ulteriormente e le borse chiuderanno l'anno tra ampie fluttuazioni e vicino ai valori attuali.

(Nella foto: Asset inflation. Il Nu Couché di Modigliani, venduto nei giorni scorsi a 179,5 milioni a un'asta di Christie's)
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