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Le agenzie di rating nel gioco della finanza tossica

"Chi controllerà i nostri controllori?" chiedeva Giovenale nelle "Satire", domanda da porsi anche in merito alle mitologiche agenzie di rating


Come possiamo vedere nei grafici sottostanti il predominio "culturale" fittizio della finanza è cominciato negli anni novanta con la deregolamentazione totale di Greenspan dei derivati, tanto c'erano i controllori – le agenzie di rating – che tutelavano il mercato degli obnubilati investitori e le sirene dei media che sostenevano l'enorme bolla speculativa a danno di tutti; da quel momento l'economia e non solo la società, come dice Bauman, è diventata liquida ed infinita, immateriale e deregolamentata.

Come possiamo notare nei grafici:
  • i derivati esplodono all'infinito dopo la deregolamentazione di Greenspan, in 10 anni passeranno dall'essere 1/20 del PIL globale a 20 volte il PIL avendo spesso come sottostante il nulla, ma dicono le agenzie di rating che va tutto bene ed inizia il loro gioco di assegnazione del rating che procura i massimi profitti a scapito dei molti che credono alle favole se vengono raccontate bene;
  • la cessazione della Glass Steagall Act porta ad una concentrazione di banche che formano un oligopolio in grado di condizionare il potere politico di legiferare ed in palese contraddizione con il primo atto antimonopolio che era stato lo "Sherman Act";
  • la ricerca della massimizzazione del profitto a breve ed il mantra tossico del "creare valore per gli azionisti" promosso dalle università Usa (Harvard in testa e le società di consulenza come la MacKinsey) tutta l'economia reale che produce ricchezza viene delocalizzata ed il PIL Usa di fatto sta sui servizi e sulla carta;
  • la cultura della finanza allaga il paese con il QE, ma senza manifattura non si cresce e si rimane al palo fino a quando l'America profonda si sveglia e prova a mandare a casa l'élite che li ha governati eleggendo il presidente Trump.

US Money and GDP

Entrate di Moody's da rating su strutturati

Tutto è stato manovrato nell'indifferenza totale ma anche nell'impunità totale, l'insieme di queste opportunistiche dichiarazioni aumenta il livello di responsabilità di chi avendo il compito di regolare i mercati, volutamente disinteressandosi, ha creato il caos che oggi abbiamo davanti agli occhi. Possiamo domandarci in che misura questi atteggiamenti sono passibili di essere sottoposti al Tribunale della Storia ed in che misura la finanza volutamente non controllata sia assimilabile in tutti sensi all'odioso termine di "Macrousura".

Ratio of Total WEO to outstanding derivatives

Concentration of US banking system
Come sempre la "Storia" presenta il conto all'Homo più "stupidus" che "sapiens" ed adesso che il vento sta girando anche la stessa Christine Lagarde al convegno di Davos condanna le manovre monetarie e finanziarie dei paesi che per troppo tempo hanno accettato un neoliberismo come verità incontrovertibile che ha impoverito il mondo in modo strumentale ed opportunistico fino alla soglia del caos globale. In questo senso va data evidenza da quanto in questi anni lo stesso Fondo Monetario Internazionale abbia assecondato la finanza staccandosi completamente dai principi istituzionali di tipo keynesiano sui quali era stato fondato a Bretton Wood nel 1944.

I giudizi delle agenzie, la collusione apparente con l'accademia e la politica, la tempistica con cui tali giudizi sono emessi, troppo spesso lontani dalla realtà, potrebbero giustificare, alla luce dei fatti, anche una «class action» nei loro confronti. Ma siamo sempre a discutere di ciò che è a valle, ma non si riesce ancora a capire che solo smontando e regolando una finanza totalmente deregolata, infinita e lontana in modo siderale dalla realtà, potremo vedere apparire ancora l'uomo come persona e nella sua dignità nel nostro mondo.

In questo senso le agenzie di rating hanno operato non da sole, ma nell'ambito di un circuito magico fatto da loro, dallo spread e dalle banche d'affari operando una sorta di "macrousura" nei confronti del mondo nella sua complessità, non siamo arrivati per caso ad una forma di disuguaglianza che grida vendetta contro chi l'ha cavalcata, non si può avere un mondo in cui le 50 persone più ricche al mondo possiedono un patrimonio pari a quello di 3,5 miliardi di persone. E' questa la vera crisi che ha dato spazio all'ancestrale avidità umana che non lascerebbe tranquillo l'uomo neanche in Paradiso. Mentre secoli fa la disuguaglianza era considerata un fatto naturale oggi, dopo, la seconda guerra mondiale la diffusione dei mezzi di comunicazione l'ha resa un'ingiustizia inaccettabile e nella storia tutte le società sono crollate sempre per guerra o per classe.

Questa è la sfida che abbiamo di fronte. E l'evidenza delle responsabilità di chi ha posto in essere un modello di società totalmente asimmetrica alle dichiarazioni universali dei diritti dell'uomo, scritte con il sangue delle due guerre mondiali, non può sottrarsi alla responsabilità di avere promosso un tale degrado e se tale azione, durata anni contro ogni diritto dichiarato, possa essere considerata un crimine contro l'umanità ed essere trattata come tale al Tribunale della Storia, troppo spesso usato per condannare chi aveva commesso atrocità verso il suo popolo ma anche per l'interesse di coloro che in modo diverso continuavano a fare la stessa cosa.

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