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Gold exchange standard e la trappola magica della carta moneta

Oggi siamo di fronte ad una sterminata massa finanziaria puramente virtuale, staccata dal reale misurabile


La carta-moneta diventa infinita: i prodromi


Oggi siamo di fronte ad una sterminata massa finanziaria staccata dal reale misurabile, puramente virtuale ma con una concentrazione di potere ed una disuguaglianza globale senza precedenti nella storia dell'uomo. Questa finanza ha come sottostante il nulla e diventa sempre più una bolla infinita, senza regole e fondamenti scientifici in grado di dominare le scelte politiche e sociali dei paesi per interessi superiori. A differenza della storia passata, in cui nei drammi delle guerre si potevano materialmente vedere i nemici, oggi in un contesto virtuale si avverte un pericolo sfuggente senza capire bene da dove arriva perché non si vedono eserciti schierati.

La moneta ed il suo uso sono forse la rappresentazione più diretta del conflitto perenne che agita l'animo umano combattuto tra la collaborazione solidale e l'individualismo fine a sé stesso che è l'anticamera della morte. La storia dell'uomo va di pari passo con la storia della moneta che simbolicamente può rappresentare uno strumento di solidarietà ma anche di dominio crudele; così l'uomo è perennemente sospeso tra la vetta del monte Sinai che rappresenta l'incontro dell'uomo con il divino ed il vitello d'oro che rappresenta il ritorno alla materialità della vita nei suoi aspetti deteriori che si fa schiava di un dio e, come dice la Bibbia nell'Esodo, lo venera.

Il periodo dei miti della Grecia e della sua straordinaria produzione intellettuale affronta per primo e con sistematicità il problema del rapporto dell'uomo con la moneta come strumento degli scambi così come la ricerca della identificazione in Dio, la "hybris" e l'onnipotenza, con i miti di Prometeo, Icaro e gli effetti sulla composizione di una società giusta.

Passano i secoli e le grandi riflessioni dei pensatori, ma alla fine le risposte sembrano essere sempre sulla carta alla ricerca di un equilibrio tra moneta ed società giusta, nel pensiero e sulla buona volontà, ma come dice il proverbio "la strada del male è lastricata di buone intenzioni".

Così la ricerca di un equilibrio tra l'avidità speculativa e l'ordine sociale ha segnato la storia dell'uomo ed ha portato nel tempo alla ricerca di forme di stabilità negli scambi monetari in modo che la carta moneta e gli strumenti finanziari usati per forme di assicurazione e speculazione fossero legati ad un controvalore reale.

Per venire al nostro tempo, il "gold standard" avviato negli anni che hanno preceduto la prima guerra mondiale è stata la prima forma di regolazione monetaria funzionale a dare stabilità ai cambi e valore alla moneta per l'equivalente reale che rappresentava.

In quegli anni Keynes si domandava come dare un risposta alla necessità di una forma di stabilità nei cambi per evitare che la speculazione finanziaria, abbandonando il "gold standard" potesse diventare una miscela esplosiva per soffocare l'economia reale e lanciare le società nel baratro della depressione e dell'iperinflazione. Era ben chiaro per lui come dovesse essere necessario che la carta moneta avesse uno standard di riferimento, cioè in altri termini la sua emissione dovesse essere sempre legata ad un controvalore reale non avendo essa un valore in quanto tale.

Alla fine della seconda guerra mondiale le coscienze scosse dalla guerra come sempre portarono l'uomo alla ragione e gli accordi di Bretton Wood segnarono un punto di ripartenza per provare a stabilizzare i cambi ed ancorare la carta moneta ad un controvalore reale al fine di evitare ancora una volta le tempeste monetarie che l'avidità umana finisce per cavalcare disancorando tutto il sistema monetario dalla realtà.

In pratica il sistema progettato a Bretton Woods era un gold exchange standard, basato su rapporti di cambio fissi tra le valute, tutte agganciate al dollaro, un sistema dollaro centrico, il quale a sua volta era agganciato all'oro (28$ stampabili per ogni grammo di oro).

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