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Gold exchange standard e la trappola magica della carta moneta

Oggi siamo di fronte ad una sterminata massa finanziaria puramente virtuale, staccata dal reale misurabile


L'euro: una falsa misura che non misura

La conseguenza più evidente dell'anomalia della moneta – carta senza valore è il dramma dell'euro e di ciò che rappresenta e di come la situazione attuale non possa continuare senza la scelta di un processo decisionale che porti alla difesa della moneta oppure ad un suo scioglimento per ripartire dalla saggezza antica dell'Europa e non dalla cecità opportunistica di una classe politica fallita.

Se la moneta non ha valore in sé come si può pensare di usarla come unità di misura di società profondamente diverse per storia, religione, tradizioni, cultura?

Dopo la crisi finanziaria del 2008 si era pensato giustamente di aggiustare il senso della misura di un PIL che già nel 1968 Robert Kennedy aveva definito come inutile misura del valore di un popolo. La commissione Sarkozy è durata l'espace d'un matin e così siamo tornati a delirare sul PIL a sua volta costruito con valori monetari sistematicamente manipolati dalla finanza.

Il processo di austerity ha indebolito i paesi che già tanto avevano fatto per mettersi nei guai, ma senza sterilizzare una finanza infinita e ridimensionarla; si è imposta l'austerity ma non è stata regolamentata la finanza tossica che ha continuato ad imperversare specie nella banca più importante della Germania, la Deutsche Bank, che si è trovata sempre nel mezzo di operazioni illecite al punto da essere perseguita dalla vigilanza degli Usa.

Oggi siamo ad un bivio o difendiamo la moneta–euro modificando la sostanziale valutazione di società che non possono essere misurate da una misura che non misura ed è sistematicamente manipolabile, oppure no; le riserve auree dei paesi europei nel complesso superano le 12.000 tonnellate contro le quasi 8000 tonnellate ufficialmente dichiarate dalla Fed, ma senza un riscontro reale e certificato.

Le prime tra nazioni con la maggiore riserva di oro sono la Germania con 3377 tons, l'Italia con 2451 e la Francia con 2435 tons; in realtà l'oro della Germania è in gran parte custodito presso la Fed anche se ai suoi funzionari, per motivi di sicurezza, è stato impedito di vederlo.

Ora se consideriamo le riserve auree di proprietà in casa l'Italia risulterebbe essere la prima assoluta e la sua "vecchia lira" oggi sarebbe più vicina ad una convertibilità in oro rispetto al "marco" tedesco.

Partire da una forma iniziale di convertibilità in oro della moneta europea la renderebbe più indipendente dalle speculazioni della finanza sovranazionale; sarebbe necessaria un'agenzia di rating europea che tenga conto delle variabili sociali, una regolamentazione rigorosa della finanza tossica partendo proprio dalle banche tedesche ed infine la reintroduzione della "Glass Steagall Act".
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