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Domande frequenti

Dollaro, euro, inflazione, tassi, borse

È sottovalutato il dollaro?

Dopo la forte discesa da inizio anno il dollaro ha oggi valutazioni più equilibrate ma non può ancora essere definito sottovalutato. Non è il disavanzo delle partite correnti americane a preoccupare. Il deficit (il flusso) non è particolarmente elevato ed è finanziabilissimo, mentre la posizione patrimoniale netta (lo stock) continua a essere sana, perché l'America è lunga di equity estera che sale di valore e corta di debito che non costa quasi niente servire. In pratica l'America consuma più di quello che produce ma finanzia la differenza con le plusvalenze del suo portafoglio, fatto di imprese multinazionali sull'attivo e di bond da ripagare sul passivo.

Cosa pesa, allora, sul dollaro?

Demeriti propri e meriti altrui. Tra i demeriti propri c'è la perdita del premio per le possibili riforme strutturali, in primo luogo quella fiscale, nella quale il mercato ha smesso di credere fino a prova contraria. Poi c'è una crescita dell'economia modesta in un ciclo maturo, che sembra indurre la Fed ad ammorbidire i toni rispetto ai futuri rialzi dei tassi. E non va dimenticata la volontà politica dell'amministrazione Trump di ottenere con un dollaro più basso quella crescita in più che non è riuscita a conseguire con le riforme e con la riapertura del negoziato sui trattati commerciali internazionali. Tra i meriti altrui ci sono la stabilizzazione dell'Europa, la buona crescita dell'Asia e il miglioramento della posizione di molti paesi emergenti.

Che cosa potrebbe sostenere il dollaro?

Il differenziale dei tassi rimane molto favorevole. Basta pensare che un Treasury decennale rende di più di un Btp italiano e quasi il quintuplo di un Bund tedesco, mentre il decennale giapponese non rende nulla. Rimane poi aperta la possibilità che l'economia americana riacceleri nella seconda metà del 2017. Se poi il Congresso dovesse riuscire a varare qualche riforma il dollaro recupererebbe certamente terreno. Al momento però acquistare dollari sembra prematuro.

(Nell'immagine: Edward Hopper. Gloucester Beach. 1924)
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