Cina e Stati Uniti hanno capito che l'età delle illusioni è passata per sempre (l'illusione occidentale di una Cina politicamente addomesticata e grande mercato di sbocco e l'illusione cinese di un'America felice compratrice di ultima istanza di qualsiasi tipo di prodotto) e si preparano alla separazione e alla creazione nel lungo termine di due universi autosufficienti. Sono però anche consapevoli dei diabolici intrecci che ancora le legano, del fatto che la loro potenza militare è vulnerabile, perché dipende dall'elettronica dell'avversario.
La Cina sa che l'America ha ancora influenza sull'Europa e non può rischiare di perdere i due mercati insieme, come nel 5G. L'America sa che la Cina si sta saldando con la Russia, sta penetrando in Africa, sta cominciando a esercitare influenza sull'Europa.
Le imprese americane hanno ormai ben chiaro che la nuova produzione e le nuove tecnologie dovranno nascere in America o in paesi a questa geopoliticamente vicini. Alla Cina verranno riservati gli investimenti necessari per vendere in Cina, non più per riesportare. La Cina ha messo il silenziatore sui suoi programmi strategici nell'alta tecnologia, ma non li ha messi nel cassetto e ha anzi rilanciato la parola d'ordine maoista del contare sulle proprie forze.
Chi sta sui mercati seguirà doverosamente le vicende sino-americane, ma starà attento a non abbandonarsi alla depressione e vendere male nei momenti di tensione e a non abbandonarsi all'euforia e comprare male nei momenti di apparente distensione.
Per il resto segnaliamo un altro squarcio sul futuro che verrà.
Lael Brainard del
Fomc propone per la prossima recessione una policy per cui la Fed annuncia che terrà i tassi a zero finché occupazione e inflazione non raggiungeranno un livello prefissato. La Brainard, che se fosse stata eletta la Clinton sarebbe oggi governatore della Fed ed è quindi un membro pesante di parte democratica del Board,
propone anche che la Fed faccia targeting di curva fino alla parte intermedia. Non siamo ancora al Giappone che mantiene anche il 10 anni in una fascia strettissima, ma ci stiamo avvicinando.
Non amiamo la volatilità delle prossime settimane ma restiamo investiti.
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