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Nice try

La fine della normalizzazione monetaria

Nice try! Next time! Bel tentativo, nice try, è un modo di dire inglese per indicare ironicamente e sarcasticamente che qualcuno ci ha provato (con impegno e magari con una certa abilità) e che però ha fallito. Next time (andrà meglio un'altra volta) completa con altro sarcasmo il concetto.

Bel tentativo, dunque, quello di normalizzare la politica monetaria su scala globale. Presentata a Jackson Hole dalla Fed nell'agosto del 2016, discussa per mesi tra i policy maker di mezzo mondo, l'idea della fine dell'emergenza e del ritorno alla normalità fu adottata alla fine anche dal Giappone e dalla Bce, che nel giugno 2017, nel suo seminario annuale di Sintra, proclamò di essere pronta anche lei a togliere le stampelle a economie e mercati europei, dichiarandoli in questo modo guariti. Macron era appena stato eletto presidente e tutto sembrava orientato verso il meglio, una volta per tutte.

La normalizzazione è stata la versione 2.0 della exit strategy, l'idea con cui era stata accompagnata l'introduzione del Quantitative easing poco dopo la fine della Grande Recessione del 2008-2009. Vedete, era il ragionamento della versione 1.0, noi partiamo con il Qe, ma fin da subito abbiamo pronto il piano per uscirne. Non è monetizzazione del debito, non pensatelo nemmeno, è solo un'immissione temporanea di liquidità che verrà ritirata il prima possibile.

All'inizio l'exit strategy fu annunciata probabilmente in buona fede. Si pensava del resto, nei mercati e in accademia, che l'inflazione sarebbe ripartita in tempi brevi e che la deflazione sarebbe stata ben presto un ricordo. Andò diversamente. Di exit strategy si continuò a parlare per un paio d'anni, ma sempre più sommessamente e con toni rituali e poco convinti. Fu archiviata in silenzio.
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