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Critica della ragion verde (1/2)

Gli aspetti teorici della questione ambientale

Se è vero che sono le minoranze a fare la storia, questo è ancora più vero per la colonizzazione di Marte. Mentre quasi tutti viviamo nella serena ignoranza della questione, la Mars Society, lobby influente e organizzazione privata di altissimo livello di scienziati e imprenditori visionari, ha già pronti i piani dettagliati per una serie di colonie da mille abitanti (le presentazioni sono su YouTube) e ha indetto un concorso per progettare una città che ospiti un milione di persone.

Marte e Venere erano un tempo simili alla Terra di oggi ma col tempo sono andati in rovina. Venere, con le nostre tecnologie, è praticamente irrecuperabile, con Marte si può provare. È freddissimo, ha un'atmosfera sottilissima che non filtra le radiazioni, un terreno e un'aria tossici e tempeste violente di sabbia che durano mesi. Ma ha ancora acqua ghiacciata, anche se la sta perdendo velocemente. Si può quindi ancora fare terraforming, ovvero riplasmare il pianeta in modo da renderlo abitabile anche in superficie e non solo nelle cavità sotterranee dei vulcani spenti. Va insomma creato un effetto serra, esattamente quello che da noi si vuole contenere.

La soluzione è quella già indicata dalla Nasa mezzo secolo fa, bombe atomiche sui poli di Marte che ne sciolgano i ghiacci (quelli che da noi vogliamo preservare) in modo da ricreare oceani e vapore acqueo che, combinandosi con l'anidride carbonica già presente, rafforzi l'atmosfera e crei un effetto serra. Elon Musk, che è molto più avanti della Nasa nella costruzione di sistemi di trasporto per Marte, si è detto recentemente favorevole all'idea, con tanto di T-shirt con la scritta Nuke Mars. I conservazionisti ovviamente si oppongono, in parte perché hanno un'idea negativa del nucleare (anche se il sole è esattamente una centrale nucleare) ma soprattutto perché ritengono che non si debba fare violenza alla natura. Ovviamente si oppongono anche all'idea di modificare geneticamente i futuri colonizzatori di Marte in modo da rendere loro più facile la sopravvivenza in un ambiente così diverso.

L'esempio di Marte ci porta al cuore della questione ambientale e alle domande vertiginose che questa ci pone prima ancora di arrivare alla questione esistenziale (siamo in pericolo imminente di estinzione?) che affronteremo più avanti.

Le domande decisive sono due. La prima, ontologica, è se noi umani siamo natura (per cui per definizione qualsiasi cosa facciamo è naturale e quindi giustificata), se siamo sopra la natura (il Creato al nostro servizio di Genesi 1, 26-27) o se siamo un indegno corpo estraneo, un tumore che andrebbe idealmente eliminato autoestinguendoci (come dicono frange di ecologismo radicale). E che cosa è la natura? È un organismo vivente con cui convivere in armonia rispettandone i ritmi (taoismo)? Ha un'anima buona e generosa (animismo New Age) o è un'entità oscura e temibile da ingraziarsi con sacrifici che ne riconoscano la superiorità (paganesimo classico, sciamanesimo)? O è invece caos indifferente a noi (il primo Leopardi) o addirittura il più grande e violento nemico degli uomini, da combattere, anche se inutilmente, con tutte le nostre forze (l'ultimo Leopardi)?
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