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Punti di tensione

Quattro questioni difficili


Il terzo punto di tensione per chi investe in questa fase storica è micro ed è quello tra temi emergenti avviati alla bolla da una parte e, dall'altra, le trappole di valore costituite da settori individuati come in decadenza terminale. Lo scenario di base è che la tendenza verso i disruptor, i verdi e gli Esg (e alla fuga da auto classica e fossili) continuerà a travolgere ogni resistenza fino ad eccessi mai visti. Il rischio di coda è che le nuove bolle assumano un carattere sempre più speculativo e diventino altamente instabili, mettendo a rischio l'intero mercato.

Al quarto punto di tensione, quello legato alle elezioni americane, dedichiamo solo un cenno, perché molto abbiamo detto e molto diremo nei prossimi mesi. Lo scenario di base è che rivinca Trump o che alla fine prevalga un democratico non radicale. Il rischio di coda è che Sanders venga sottovalutato dal mercato esattamente come lo fu Trump nel 2016. Un altro rischio sottovalutato è che ormai tutti i candidati democratici, Bloomberg incluso, sono schierati per forti aumenti delle imposte sulle imprese e per un rafforzamento della presenza sindacale a tutti i livelli della produzione.

Come comportarsi in questo contesto così complesso? Ovviamente va privilegiato lo scenario di base (epidemia che si risolve, contesto macro favorevole, temi verdi, America che rimane se stessa) ma con pesi decrescenti man mano il mercato sale e con contrappesi dedicati ai rischi di coda (oro in primo luogo). Nel complesso conviene ancora rimanere nel mercato, guardandosi però dall'assumere un atteggiamento speculativo.
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