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Nobel all'Economia: la farsa infinita. Mettiamolo all'asta

Ancora una volta l'Accademia delle Scienze ha attribuito il Nobel alla finanza razionale

Ancora una volta l'Accademia delle Scienze ha attribuito il Nobel alla finanza razionale, che non esiste nella realtà ma è solo mitologia e funzionale agli interessi dominanti.

Il premio, impropriamente definito Nobel, ma finanziato dalla banca di Svezia perché Alfred Nobel non l'ha mai indicato, è stato assegnato a due studiosi che si occupano delle scelte razionali nelle aste tema di grande interesse nel caos globale. I due vincitori Paul Milgrom e Bob Wilson hanno determinato che "gli offerenti razionali tendono a fare offerte inferiori per la preoccupazione della maledizione del vincitore che paga più del dovuto", come si combini la razionalità con la superstizione è già un'impresa a cui potrebbe rispondere Antonio de Curtis, in arte Totò.

Essere riusciti a trovare un filone di studi così fantasioso, più vicino al casinò che al mondo reale, dimostra l'inutilità di un premio a rispondere al caos globale della povertà, della disoccupazione, della bolla infinita della finanza ma solo a giustificarla.

Questo premio è ancora una volta e da troppi anni, la prova della sua distanza rispetto alle finalità definite da Alfred Nobel per i premi da lui definiti. Alfred Nobel lasciò il suo patrimonio in donazione per una società ideale dell'uomo con la fondazione dell'omonima Accademia. Nel suo testamento olografo, infatti, precisava che con il ricavato del patrimonio, ogni anno si dovesse riconoscere un premio agli studiosi che nei loro campi avessero contribuito maggiormente a creare le condizioni "del benessere" della società.
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