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Nobel all'Economia: la farsa infinita. Mettiamolo all'asta

Ancora una volta l'Accademia delle Scienze ha attribuito il Nobel alla finanza razionale


Le volontà di Alfred Nobel sono chiarissime, scolpite sulla pietra senza possibilità di false interpretazioni, funzionali a dare un equilibrio al senso della vita sospesa tra il mondo dello spirito e quello dell'esperienza: certamente il problema delle scelte razionali nelle aste diventa una solenne presa in giro.

Proclamazione Nobel Economia, vincitori Paul Malgrom e Robert WilsonQuesta asimmetria tra le finalità di Nobel e l'economia si sono accentuate da quando nel 1969 venne istituito il premio per l'Economia finanziato dalla Banca di Svezia. Von Hayek denunciò nel 1974 la non scientificità di un premio che trasformava una scienza sociale come l'economia in una scienza esatta e razionale inesistente nei fatti, ma solo negli interessi rimanendo inascoltato; paradossalmente il premio a Lucas nel 1994 afferma che i mercati finanziari sono razionali e non commettono errori ed è completamente opposto a quello di von Hayek per cui o è vero l'uno o l'altro.

Oggi vediamo l'inganno di un modello culturale imposto contro ogni logica, ma funzionale ad innalzare la finanza razionale come arma di distruzione di massa e di destabilizzazione politica. L'introduzione della razionalità negli studi di economia ne ha cambiato il DNA trasformandola in un gioco matematico, lontano dalla realtà, in cui gli attori decidono in modo razionale.

Pensare che Aristotele (385 a.C. - 322 a.C.) era già molto avanti a Lucas quando affermava: "Tutte le azioni umane hanno una o più di queste cause: caso, natura, costrizione, abitudine, ragione, passione e desiderio", non aveva considerato la stupidità.
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