Il fatto che non tutti i potenziali compratori riescano a trovare case e auto disponibili smussa la ripresa e riorienta i consumi in altre direzioni, come ad esempio le vacanze. In questo modo il sistema ritrova gradualmente il suo equilibrio.
Quando nei settori caldi si sarà formata più offerta e quando nei settori ancora freddi si sarà completato il processo di riduzione definitiva della capacità produttiva,
quando cioè domanda e offerta ritroveranno un equilibrio nei diversi settori dell'economia, l'inflazione da disordine scenderà.
Nel mondo delle materie prime si usa dire che il sistema migliore per contrastare un prezzo alto è il prezzo alto stesso. Quando si superano certi livelli, infatti, si comincia a distruggere domanda. Questo potrà non essere vero per le materie prime che avranno una domanda rigida per decisione politica, come nel caso del rame, litio o cobalto impiegati nei prossimi due decenni nella transizione energetica, ma negli altri comparti, come si vede ad esempio dal legname, l'effetto di distruzione di domanda, come dicevamo, è già evidente e sta provocando una vistosa correzione delle quotazioni.
I mercati, per quanto ancora confusi e storditi dal 4.2 di inflazione americana, intuiscono che l'inflazione da disordine è transitoria e si mostrano pazienti. C'è sicuramente anche una componente di
wishful thinking nonché la pigrizia mentale di volere continuare a pensare il mondo nello stato di disinflazione in cui abbiamo tutti vissuto per quarant'anni, ma c'è anche una certa logica.
E non dimentichiamo che,
ad aiutare i mercati a rimanere costruttivi, ci sono i più di 200 miliardi al mese di acquisti di titoli solo per calcolare Fed e Bce. Nel catino dei mercati l'acqua può anche essere a tratti agitata, ma finché il rubinetto delle banche centrali continua a versare generosamente ci possono essere onde e gorghi, ma il livello medio dell'acqua non può che continuare a salire.
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