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La recessione percepita

I mercati come strumento di politica monetaria


Bene per l'economia reale, quindi, che avrà ovviamente da soffrire ma non in maniera insensata. Meno bene per gli asset finanziari (in particolare crediti e borse) perché alla base del progetto della Fed c'è l'idea di farli soffrire di più in modo da fare soffrire meno l'economia reale.

Il sacrificio degli asset finanziari, reso evidente da un atteggiamento freddo (se non ostile) della Fed nei confronti dei mercati, serve a costruire una psicologia di recessione percepita come già severa quando là fuori, nel mondo reale, le cose non stanno ancora andando così male.

Per capire meglio, facciamo un passo indietro e torniamo alla fine dell'anno scorso, quando le stime dei governi e degli economisti sul 2022 venivano corrette al rialzo fino a un livello, nel caso europeo e in particolare tedesco, addirittura superiore a quello del 2021.

Pensandoci oggi, fa impressione il livello di adrenalina che scorreva in quel momento nel sangue delle imprese e dei mercati finanziari. Le imprese, immaginando un boom dei consumi, cercavano in tutti i modi di gonfiare le scorte. Immaginando poi una crescita duratura, le imprese avevano messo a budget per quest'anno molte assunzioni ed erano pronte a pagare qualsiasi prezzo per strappare alla concorrenza le poche risorse umane disponibili sul mercato.

I mercati, dal canto loro, mantenevano una fede incrollabile nel comprare su ribasso sempre e comunque. La stragrande maggioranza degli analisti prevedeva per quest'anno nuovi massimi su borse e materie prime.
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