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L'errore logico e culturale che rende inapplicabile il patto di stabilità storicamente fallito


Nel 1994 il Nobel Robert Lucas sosteneva la razionalità dei mercati ed il fatto che non sbagliassero mai, ma la storia ha bocciato la pretesa questa volta irrazionale di una finanza che si è eretta a verità incontrovertibile. Era nato negli anni settanta il modello culturale che ci avrebbe portato al caos, il patto di stabilità trova le sue radici in quel modello culturale che crea aspettative razionali e sembra guidare in modo automatico l'economia e la finanza. Il patto nasce come bibbia che non sbaglia mai e definisce un modello a cui adattarsi senza capire che lo stesso patto deve creare le condizioni per cui una realtà profondamente diversificata e per nulla conciliante deve essere avviata nel rispetto delle diversità e non imporre un rigido modello a cui non si adatterebbero nemmeno le scienze esatte. Nella finanza e nell'economia pensate in quel tempo si muove un pensiero magico delle aspettative razionali del modello perfetto a cui è necessario adattarsi senza capire che la realtà è il contrario. I mercati si muovono su aspettative non su certezze e conoscenze certe per cui divengono in modo molto diverso da quello che diverrebbero se fossero basati sulle conoscenze.

In questo modo il modello perfetto, ma sbagliato nella sostanza, viene calato nella burocrazia europea che, in mancanza di una politica attenta e competente governa la UE e deve fare in modo che la realtà si adatti ad un modello sempre più lontano dal reale. L'attenzione esasperata alla normazione ha trasformato la governance della UE in un esercizio di eccessiva e finalistica burocrazia fondata su una razionalità inesistente di modelli fatti a tavolino che ha finito per costituire un apparato giuridico-burocratico assunto come norma assoluta totalmente distante nella sua razionalità ottusa dalle singole e diverse realtà che si sono trovate a rincorrere nei dettagli, spesso insignificanti, una normazione che rispondeva solo a sé stessa prendendo il sopravvento sulle persone stesse e sulle società che dovevano aiutare in una ricerca di equilibri particolari.

Come aveva sostenuto Weber la burocrazia razionalizza le procedure che prendono il sopravvento sulle persone e sulle società invece di fare il contrario. Questa forma pervasiva del modello razionale che disciplina la realtà diventa invasiva e pericolosa perché si innalza sulla realtà ed implica la gestione non tanto di oggetti, macchine e procedure quanto piuttosto di esseri umani che devono ubbidire alle procedure razionali pensate in un mondo che non esiste. E' la realtà a sbagliare ma non il modello che è razionale.

Inoltre dal momento della sua costituzione è cambiato il mondo con guerre, povertà, bolle finanziarie fatte da una finanza fuori controllo, disoccupazione, povertà crescente, emigrazioni epocali, geopolitica diversa, il covid che ha indebitato i paesi ed altro ancora, ma noi siamo ancora qui colpevolmente a discutere di un patto di "in"stabilità e "de"crescita che la Storia ha cancellato nel suo modo di essere concepito.

Siamo di fronte ad un rudere pericoloso che sta creando complessità e disunione fra i paese dell'Euro, è ora di gettarlo alle ortiche prima che sia lui a farlo con noi unitamente ai suoi progettisti perché non si può risolvere un problema con il pensiero che l'ha creato.



(Foto: © ssilver / 123RF)
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