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Fifa e Libor: due pesi e due misure

L'FBI non è stata tenera nel caso di corruzione FIFA e per la manipolazione del Libor?

I giornali di questa settimana sono stati pieni di notizie in prima pagina, per un caso di corruzione nell'ambito delle procedure di assegnazione dei mondiali di calcio in Sudafrica: sarebbero stati stornati fittiziamente 10 milioni di dollari in cambio di voti favorevoli. Bene, benissimo: il sistema è marcio, e finalmente se ne hanno le prove. L'FBI americana non è stata tenera, seguiva la pista da mesi, e finalmente ha trovato la prova che mancava: una e-mail. Ha chiesto così alla polizia svizzera di arrestare una serie di indagati che alloggiavano in un albergo di Zurigo. Come nelle tradizioni di Mani Pulite, i fotografi erano stati preavvertiti, ma sono riusciti a riprendere solo un lenzuolo bianco teso a mo' di schermo dagli inservienti per proteggere la privacy di coloro che venivano presi in custodia.

Il Presidente della FIFA ha resistito alle pressioni di quanti gli chiedevano di mollare la presa, è andato allo show-down ed è riuscito addirittura a farsi rieleggere, per un quinto mandato. Ma appena due giorni dopo ha gettato la spugna: la FBI indaga anche su di lui. Tutti i commentatori, nessuno escluso, hanno stigmatizzato il riprovevole sistema di potere che si era creato intorno ai mondiali di calcio, un mondo intorno a cui girano interessi multimiliardari per i diritti televisivi, le sponsorizzazioni e tutto il circo organizzativo. Gli americani dimostrano così di essere tosti: con la corruzione non si scherza. E chi infrange le regole va spedito dritto in cella, e si butta via la chiave.

Sempre questa settimana, è stata invece liquidata in poche righe e mai in prima pagina, la notizia secondo cui la Deutsche Bank avrebbe concordato con le autorità per il controllo finanziario di Stati Uniti e Regno Unito il pagamento di una multa di 2,5 miliardi di dollari per aver manipolato il tasso Libor, il costo del denaro scambiato fra le banche che fa da riferimento per tutti gli altri prestiti, in primo luogo i mutui immobiliari. In cambio, la banca tedesca verrà prosciolta da ogni altra accusa ed il procedimento penale verrà chiuso. Lo stesso trattamento era stato riservato a novembre scorso ad altre sei grandi banche (JP Morgan, Citigroup, Bank of America, Royal Bank of Scotland, Hsbc ed Ubs) che, per la medesima imputazione, si accordarono per pagare una penale di complessivi 4,3 miliardi di dollari. Gli azionisti non si lamentano: anche se vedono diminuire i profitti distribuiti per via di queste multe, sanno benissimo che sono bruscolini rispetto ai proventi stratosferici di cui le loro banche hanno beneficiato attraverso la alterazione dei mercati. Sembra che ci sia un'altra inchiesta in corso per manipolazione dei cambi valutari, ma non se ne sa molto.

Chissà se i cittadini italiani sono stati penalizzati da queste manipolazioni; forse anche i francesi ed i tedeschi potrebbero essere stati danneggiati. Non lo sapremo mai: nessuna banca centrale dell'Eurozona si è mossa per indagare, tanto non contano niente. La verità è che le regole per punire la manipolazione dei mercati sono state scritte apposta, per permettere il pagamento delle multe quando si viene pizzicati in fallo. Tutto si fa rigorosamente secondo la legge: basta una manata di bigliettoni e si ricomincia.

La galera per i corruttori, per i presunti potenti, serve per la sceneggiata: giornali, televisioni e grande pubblico da intrattenere. Due pesi e due misure, come sempre.



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