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Il Credito, come va? Un disastro!

Il completo fallimento delle politiche europee


Che cosa è il deficit pubblico? E' un prestito che lo Stato chiede al sistema finanziario per poter effettuare una spesa. Possono essere investimenti infrastrutturali, oppure finanziamenti alle imprese mediante sgravi fiscali, come quelli ancora in vigore, il "superammortamento" e l'"iperammortamento". In sostanza, si scalano più velocemente dalle tasse le quote di ammortamento degli investimenti. Lo Stato, se finanzia questi sgravi fiscali aumentando il deficit, si comporta da intermediario finanziario: si indebita lui, invece di far indebitare le singole imprese, che rientrano nell'investimento pagando meno tasse.

Per aumentare la offerta di beni e servizi da parte delle imprese, che comporta un maggior numero di occupati, non si può fare altro che sperare che siano le imprese ad investire autonomamente.

Le imprese, per investire, devono essere convinte che in futuro il loro mercato sarà più ampio: che assorbirà la maggiore produzione che deriva dagli investimenti. In ogni caso, anche se investono in attrezzature solo per ridurre i costi a parità di volumi prodotti, conseguiranno un vantaggio competitivo.

Inoltre, mentre di fronte ad una maggiore domanda, indotta dalla spesa pubblica o dall'aumento dei salari, le imprese possono mantenere ferma la produzione in termini quantitativi e limitarsi solo ad aumentare i prezzi, in una economia basata sull'offerta non c'è pericolo di inflazione.

Le imprese che scommettono sul futuro devono essere tante e tutte convinte che il futuro sarà roseo. Non basta, però: per investire hanno bisogno di credito.

Da anni, quindi, in Europa siamo in una condizione per cui la politica di bilancio degli Stati deve essere restrittiva, mentre la politica monetaria è accomodante. A partire dal settembre 2011, la Banca centrale europea non ha fatto altro che erogare prestiti alle banche, con i programmi di rifinanziamento triennali a tassi tendenti allo zero (Ltro e T-Ltro), immettendo 2600 miliardi di liquidità attraverso l'acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario (Qe).

Questa grande liquidità, immessa sia attraverso il sistema bancario che attraverso il mercato secondario dei titoli di Stato, accompagnata da una politica dei tassi di interesse vicine allo zero, avrebbe dovuto garantire un aumento del credito al sistema produttivo: una ampia disponibilità di capitale, per poter investire ad un costo molto conveniente.
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