Si sta andando avanti secondo un copione scontato, tra risse parlamentari e felpati rituali quirinalizi, con i batti e ribatti mediatici che ricordano tanto le sceneggiature dei film italiani degli anni Ottanta.
La storiaccia inizia sempre alla stessa maniera: in Città c'è il Brutto, un Vice Sceriffo che semina il terrore dappertutto. Uno spaccone a cui nessuno sembra in grado di opporsi. Con la scusa di mantenere l'ordine, se la prende con i deboli, gli indifesi, e non ha pietà per nessuno.
Ovvia la identificazione con
Matteo Salvini, Ministro degli Interni e Vice Presidente del Consiglio, che sulla stampa è stato addirittura soprannominato il Truce. Ha imperversato tutta l'estate, con lo
slogan "porti chiusi", impedendo alle navi delle varie ONG di approdare in Italia con il loro carico di naufraghi raccolti di fronte alle coste libiche. Perdenti, ogni volta, di fronte alla arroganza di un Ministro degli Interni che sbarrava gli ingressi dei porti italiani, affermando che può entrare solo chi ha il permesso ed è in regola.
All'inizio del film, quest'estate, qualcuno aveva cercato di opporsi ai suoi soprusi:
il Truce era stato pure messo sotto processo, per il caso della Nave Diciotti, ma senza successo: i suoi sodali, un po' per paura, lo avevano salvato nel processo con la giuria popolare svoltosi in Parlamento.
Ci ha provato ancora una volta, qualche magistrato, a dare man forte alle ONG, ma con alterne fortune: anche
la Comandante Carola, che aveva sfidato il divieto del Truce, si era trovata a mal partito.
Serviva qualcuno in grado di riscattare il buon nome della Città, che nessuno voleva più frequentare.