Una
approvazione della riforma costituzionale, che stavolta prevede solo un taglio del numero dei parlamentari, darebbe solo apparentemente fiato al M5S, in quanto
innescherebbe la corsa alla approvazione di una nuova legge elettorale di tipo proporzionale di tipo tedesco, il Germanicum, con soglia di sbarramento al 5% e liste bloccate. Venendo meno il sistema elettorale attuale, che garantisce un consistente premio di maggioranza alla lista che raccoglie il maggior numero di voti, in prospettiva i rappresentanti del M5S calerebbero di molto, per il sovrapporsi dei due fattori: il taglio del numero dei parlamentari e la eliminazione del premio di maggioranza. Comincerebbe la "corsa al dopo", con esiti imprevedibili sulla tenuta del governo.
Una
eventuale vittoria del "no" al Referendum, accompagnata da un successo del Centrodestra alle elezioni regionali, provocherebbe il massimo della
destabilizzazione: in sede europea comincerebbero i ricatti sul Recovery Fund. E' per questo che Bruxelles tiene tutto fermo: tutto verrebbe rimesso in discussione, con ricadute pesanti sul piano del debito pubblico. I mercati aspettano solo questo per calare la mannaia.
Nessuno ha voglia di esporsi troppo in questa complessa campagna elettorale, che si gioca con messaggi trasversali, enfatizzando fatti di cronaca nera che servono per orientare indirettamente il voto, condannando indirettamente le appartenenze politiche.
Non è casuale, poi, il fatto che non ci siano più servizi di cronaca che riguardino lo sbarco di migranti: anche la situazione di Lampedusa è stata oscurata.
Troppe sono le variabili in gioco, anche sul
piano internazionale, con le
elezioni americane del 3 novembre e la partita della
Brexit che si sta consumando in una atmosfera di crescente disarmonia e sfiducia reciproca: siamo in un periodo di attesa anche per quanto riguarda la tanto temuta seconda ondata della epidemia di Covid-19. Ma tutto viene assopito, ogni polemica smussata.
Dopo le roboanti iniziative del periodo di crisi sanitaria, quando il Presidente del Consiglio interveniva personalmente in televisione per comunicare le decisioni di emergenza, con il blocco quasi completo di ogni attività economica, siamo al black-out politico ed informativo.
I voti decisivi sul Referendum costituzionale e per le RegionaliSilenzi preoccupati e scatoloni già pronti
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