Va soprattutto ricordata la
posizione di netta chiusura all'export dei vaccini prodotti in America, che era stata espressa dallo stesso Presidente americano Joe
Biden: bisogna soddisfare innanzitutto il fabbisogno interno: "America First!", disse Biden, alla maniera del suo tanto criticato predecessore Donald
Trump.
D'altra parte, in Europa è andata alla stessa maniera, con un continuo rinfacciarsi di indebite preferenze nella esecuzione dei contratti di approvvigionamento, di cui si sarebbe approfittata la Gran Bretagna. L'Italia, tra l'altro, decise pure di bloccare l'export di un lotto di vaccini, diretto all'Australia, sulla base di un apposito provvedimento emanato da Bruxelles.
Russia e Cina, al contrario dell'Occidente, hanno fatto subito un uso geopolitico dei vaccini, donandone un po' di dosi per dimostrare la loro tangibile solidarietà verso i Paesi più poveri. Concedere da parte loro le licenze di produzione, senza pretendere royalties di sorta, sarebbe uno smacco per l'Occidente.
Insomma, mentre da una parte si è presentato un Occidente ricco e chiuso nei propri privilegi, la Russia e la Cina si sono schierate dalla parte dei Paesi poveri.
Come se non bastasse, l'
Occidente si è accorto già dalla scorsa estate di essere
dipendente dalla Cina per una larghissima percentuale dell'approvvigionamento dei prodotti farmaceutici di base: si tratta dei cosiddetti principi attivi che, combinati opportunamente, servono a realizzare i vari medicinali messi in commercio.
Lo snodo è stato rappresentato dall'
India, che pare essere stata
colpita dalla epidemia in forma assai grave. Mentre sui media occidentali vengono diffusi i filmati che riprendono le pire fumanti su cui vengono bruciati i cadaveri, che peraltro è una pratica religiosa antica e diffusissima, vista la pericolosità della variante del virus sviluppatasi lì, sono stati presi provvedimenti drastici per i passeggeri in arrivo da quelle località.
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