Di umanitario, nella questione dei vaccini, non c'è niente: è solo la
geopolitica.
Dietro al dibattito politico che si è appena riacceso, circa la possibilità di concedere in sede WTO la eccezione prevista in caso di emergenza dai Trattati TRIPS sulla proprietà intellettuale, per
produrre liberamente i vaccini anti-Covid senza pagare le consuete royalties ai detentori dei brevetti, c'è la strategia americana di confinare a tutti i costi la Russia e la Cina, costruendo contro di loro il nuovo Blocco Occidentale.
Al WTO, ai primi di marzo, l'Occidente aveva fatto muro, votando contro le settantasette nazioni, tra le più povere del mondo e guidate da India e Sudafrica, che avevano chiesto la deroga al pagamento delle royalties sui vaccini contro il Covid-19: dovendo vaccinare miliardi di persone, per loro sarebbe stato assolutamente impossibile affrontare i costi dei prodotti in commercio.
D'altra parte, proprio per i casi di interesse generale come quello in questione,
questa deroga è espressamente prevista dai Trattati sulla proprietà intellettuale (TRIPS).
Gli
Usa, il Canada, l'intera Unione europea e la Gran Bretagna, avevano fatto muro: sostenendo, tra l'altro, che il problema vero è rappresentato dalla scarsa capacità produttiva, già dimostratasi insufficiente a coprire la richiesta dei Paesi Occidentali, disposti a pagare il prezzo commerciale dei vaccini.
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