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Fuga dall'Euro?

Non basta aumentare i tassi, se rimangono le incertezze sui debiti pubblici

La BCE ha deluso i mercati: basta vedere l'andamento del cambio euro/dollaro del 9 giugno: poco prima del Comunicato del Consiglio, alle 14,30, aveva raggiunto quota 1,076 in risalita rispetto al livello di 1,069 delle ore 10. Alle 21:30 era precipitato a 1,061.

Rispetto ad un anno fa, a giugno 2021, quando il cambio era a 1,21 c'era stato un crollo, e la ripresa rispetto al minimo di 1,04 registrato ai primi di maggio scorso dipendeva dalle attese che si stavano consolidando circa le iniziative volte a tutelare la stabilità dei debiti pubblici.

Attese che sono andate deluse.

Non è uscito fuori niente più di quanto non fosse scontato, sia la conclusione al 1° luglio prossimo del APP, il nome tecnico con cui si definisce il Qe, che l'aumento di un quarto di punto a luglio del tasso di riferimento principale, che sarà seguito a settembre da un altro aumento.

Sia nel Comunicato che nella conferenza stampa ci sono accenni vaghi sugli interventi che potranno essere assunti nel caso di frammentazione finanziaria e di mancata trasmissione delle decisioni di politica monetaria, senza anticipare né i livelli, né le soglie di divaricazione degli spread che daranno vita ad interventi sul mercato per evitare ulteriori tensioni.

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