Il quinto è che il
QE europeo è appena cominciato e non potrà che accelerare.
Il sesto è che molti mercati si sono levati il pensiero della
correzione del 10 per cento, quella che non si vedeva da troppo tempo e che ad alcuni toglieva la voglia di comprare.
Il settimo è che le clamorose falle di sistema nella risposta iniziale a
Ebola in Spagna e in America hanno dato la sveglia, si spera, alle autorità politiche e sanitarie, adagiate finora in un atteggiamento compiaciuto e teso solo a rassicurare il pubblico.
Sono in preparazione in giro per il mondo una decina di vaccini che sembrano promettenti sugli animali e che verranno sperimentati in Africa già da dicembre.
Ci viene ripetuto in queste ore che i mercati saranno ancora più volatili. Non lo sappiamo, anche perché la
volatilità è molto difficile da prevedere.
Spesso si usa la parola volatilità come un eufemismo che copre il concetto di discesa. Noi la intendiamo come un movimento irregolare vivace o anche violento che può essere diretto verso il basso ma anche verso l’alto.
In generale ci sembra un po’ tardi per vendere ma ancora presto per comprare.
A chi ha una quantità non eccessiva di azioni suggeriamo di tenere, senza farsi tentare dal comprare ancora.
A chi ha molto consigliamo di vendere qualcosa su forza.
A chi ha poco o nulla raccomandiamo di acquistare a piccole dosi su particolare debolezza.
Il
dollaro non ci preoccupa. Il ritracciamento in corso è causato dalla chiusura generalizzata delle posizioni a leva e non rappresenta un’inversione di tendenza.
Vedi anche:
Petrolio a picco. Il settore della raffinazione è in crisiBullard (Fed) apre a un rinvio della fine del QE3USA, l’economia consolida i segnali positivi e vede un boom nel 2015
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