Per parte nostra, siamo più preoccupati per i mali strutturali del mondo e per la
bassa crescita dell'economia e degli utili che si profila sull'orizzonte di medio periodo che per una ricaduta imminente in una recessione globale paragonabile a quella da cui siamo appena usciti. Consideriamo però uno stimolo e una provocazione utile l'idea di
Willem Buiter, ex banchiere centrale e capoeconomista di Citi, di una
recessione guidata dalla Cina nel 2016-2017. Per quanto spesso incline al pessimismo, Buiter è un uomo brillante e di grande spessore.
Buiter attribuisce un 40 per cento di probabilità a uno scenario in cui la crescita globale scende sotto il 2 per cento nel corso del prossimo anno. Il punto di partenza è un atterraggio duro della Cina, un contagio esteso a tutti i paesi emergenti e un rallentamento conseguente di tutti i paesi sviluppati. Detto questo,
la previsione ufficiale di Citi per il 2016 è di una crescita globale del 2.5 (già corretto al ribasso per tenere conto delle dubbie statistiche cinesi) contro il 2.6 del 2015.
Che il mondo stia ondeggiando tra forze opposte, positive e negative, è un dato di fatto e la possibilità che prevalgano quelle negative va tenuta in conto. Ci sembra però quanto meno presto per dichiararle vincenti. Facciamo un breve giro del mondo per provare a verificare la situazione.
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