I turisti non visitano mai Houston, l'immensa metropoli che fra 15 anni supererà Chicago come terzo polo urbano d'America. A differenza di New York, che nei giorni bui dell'epidemia era una città spettrale, Houston è ancora abbastanza aperta nonostante abbia ormai saturato le postazioni di terapia intensiva dei suoi ospedali. È una questione di mentalità (i texani si sentono i veri americani, spavaldi e machos) ma è anche una questione politica. Gli stati del sud, quasi tutti
repubblicani, vogliono arrivare alle presidenziali con l'economia in piena ripresa. Gli stati del nord,
democratici, non hanno nessuna fretta di regalare a Trump il tema della rifioritura dell'economia e il boom della borsa.
Tutti hanno dunque le loro buone ragioni, sanitarie, economiche e politiche, e il tempo stabilirà chi ne ha di più. L'effetto pratico, per il momento, è che
questa fase meridionale di Covid determinerà per qualche settimana un arresto della ripresa, ma non una sua inversione.
Il flusso recente di
dati macro americani, ultimo l'
ottimo dato sull'occupazione, fotografa la situazione un attimo prima della fase meridionale di Covid (è scorretto parlare di seconda ondata). Per usare la metafora del gradino della scala, siamo al punto più alto dell'alzata, allo spigolo. Nelle prossime settimane arriveranno i dati del ripiano, che evidenzieranno la perdita di momentum della ripresa.
I
mercati avranno due modi di reagire. Potranno
scendere (non ci libereremo mai di Covid e più andiamo avanti più pezzi di economia perderemo per sempre). Oppure potranno
fermarsi e muoversi lateralmente, guardando avanti. A favore della seconda ipotesi giocano vari elementi.
Il primo è che
Covid, ovunque sia passato, ha infierito con particolare intensità per due mesi e poi è andato calando. Il tipo di reazione (contrasto o indifferenza) ha influito sull'entità dei danni ma non sulla durata dell'epidemia. In attesa di conferme empiriche, i mercati tenderanno quindi a pazientare. Il secondo è che i portafogli, anche dopo gli acquisti di fine semestre, non sono particolarmente carichi di rischio. Il terzo è che il prolungarsi della pandemia comporterà ulteriori misure espansive fiscali e monetarie.
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