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Cina.

Un'alternativa interessante, ma da maneggiare con cautela

In una fase di stallo per la ripresa dell'economia, tanto in America quanto in Europa, e mentre il giocattolo del grande recupero azionario sembra essersi inceppato e lo stesso oro risente dell'avversione generalizzata al rischio, una parte del mercato guarda alla Cina come alternativa per i suoi investimenti. La Cina sembra del resto offrire quattro elementi positivi, che lo diventano ancora di più se paragonati alla situazione nel resto del mondo.

Il primo punto è che Covid in Cina non c'è più ormai da cinque mesi. Fatte le dovute tare sulle comunicazioni ufficiali, sulla censura e sulla propaganda, resta però difficile provare il contrario, tanto che anche gli oppositori interni ed esterni si concentrano da tempo su altri punti critici, ma non parlano più della pandemia. La storia farà luce sulle responsabilità cinesi nell'occultare la pandemia nelle sue prime fasi, ma l'azione di contenimento e di spegnimento degli ultimi focolai dopo i tre pesantissimi mesi di Wuhan e dell'Hubei è stata senza ombra di dubbio rigorosa, implacabile e, fino ad oggi, efficace.

Il secondo punto è che la Cina ha risposto alla crisi economica provocata da Covid in un modo diverso dal nostro. Di fronte al doppio shock di domanda e di offerta noi (in America e in Europa) abbiamo sostenuto la domanda, la Cina ha sostenuto l'offerta. Noi abbiamo supportato le famiglie e i consumi, sia con assegni inviati a casa direttamente dal Tesoro (in America) sia inducendo le imprese medie e grandi a mantenere il lavoro e garantire lo stipendio ai dipendenti anche quando l'attività è restata bloccata, pena il mancato accesso agli aiuti pubblici (in Europa). La Cina non ha offerto alcun sostegno alle famiglie e alla loro domanda di consumi e ha concentrato gli aiuti sulle imprese a patto che riprendessero a produrre, ha indotto i centri commerciali a restare aperti anche di notte, ha permesso il commercio informale (lo straccio sul marciapiede sul quale si prova a vendere di tutto) e ha rilanciato le sue politiche anticicliche tradizionali (infrastrutture e costruzioni).
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