L'aumento della spesa pubblica alla fine degli anni ottanta raggiunge nel 1993 i 959.714 mld/lire; quegli anni dopo la caduta del muro di Berlino lanciano la finanza razionale e noi ne subiamo le conseguenze con l'
attacco di Soros alla lira ed alla sterlina e l'Italia rischia di uscire dallo Sme; la Banca d'Italia quasi si svena per mitigare gli effetti dell'attacco, ma nel 1994 il debito pubblico raggiunge il 124% del PIL siamo alla frutta.
Per mantenere l'Italia nello Sme il governo Amato fa il prelievo notturno sui conti correnti degli italiani e sul panfilo Britannia si svolge la svendita delle aziende di stato; il governo indebolito si consegna al sistema finanziario globale e nel nuovo secolo ne subiremo passivamente gli effetti sul debito e sugli equilibri finanziari. Siamo entrati nell'era della finanza e non siamo più in grado di controllare gli attacchi al paese e la dinamica del debito pubblico rimane sotto controllo solo per la spesa interna. Sempre di più la
crescita del debito è da legare alla speculazione finanziaria sui titoli di stato ed il debito aumenta per la spesa corrente e per l'incursione della finanza che contribuisce per oltre il 30% all'aumento del debito
Il nuovo secolo vede l'avvio dell'euro in cui entriamo grazie al fatto che l'indicatore debito/PIL, su cui eravamo fuori standard, rimane fuori dalla decisione di avvio della moneta unica; siamo sorvegliati speciali e il nostro debito è fonte di discussioni. La politica progressivamente perde la relazione con il mondo reale e vive di consenso generato dal continuo aumento della spesa corrente che fa aumentare il debito per spese troppo spesso improduttive mentre crollano gli investimenti.
Il primo decennio si caratterizza per le guerre in medio oriente a cui diamo appoggio, ma l'idea di una governance globale illude gli Stati Uniti che creano la
bolla di Lehman nel 2008, fino a quel momento il debito/PIL è stato relativamente stabile con un rapporto del 112%. Dopo Lehman il debito per effetto della finanza dal 2001 al 2009 passa da 1.360.285 mld/euro a 1.770.230; noi non possiamo fare niente sulla dinamica finanziaria, ma una politica debole e sottostante non è in grado di arginare la corsa sulla spesa corrente e sul crescente divario tra nord e sud a cui vanno in misura crescente i trasferimenti erariali per coprire la disoccupazione e favorire i clientelismi.
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