Infine un'ulteriore aumento del debito avviene con l'inflazione dalla guerra in Ucraina che alimenta i prezzi dei fattori produttivi energetici e la BCE non riesce a capire la spirale in cui ci infila aumentando i tassi di interesse, imitando la differente situazione degli Usa che hanno un'inflazione da aumento della domanda per la troppa carta moneta stampata senza limiti. I tassi di interesse aumentano i costi di produzione ed i prezzi di vendita e di conseguenza l'inflazione che contribuisce a contenere e diminuire il PIL come vediamo dalle stime proposte; naturalmente i tassi di interesse cresciuti aumentano il debito pubblico.
La manovra nella UE che produce manifattura era di calmierare i prezzi di vendita con un accordo nazionale con le imprese di produzione. Il debito aumenta a 2800 mld e diventa il vero problema. La
Lagarde conferma la sua dipendenza culturale dalla FED che copia malamente e finisce per fare gli
stessi errori di Trichet nel 2008 che allora presidente della Banca centrale europea, aumentò i tassi d'interesse al 4,25 per cento, il massimo da sei anni. Il rialzo fu motivato con l'aumento dell'inflazione, che nell'Eurozona aveva raggiunto il 4 per cento trainata soprattutto dall'energia. "L'inflazione è preoccupante" spiegò il banchiere francese "mentre le prospettive economiche sono solide e i fondamentali buoni". Nell'immediato ne derivò un divario nel costo del denaro del 2,25 per cento tra Europa e Usa visto che la Federal Reserve aveva lasciato i tassi immutati.
La Lagarde senza memoria ha fatto lo stesso errore, andrebbe censurata.
A questo punto le cicale della mala sorte parlano stoltamente di governo tecnico che non può cambiare nulla ma solo peggiorare la situazione, viene ricordata la storia del 2011 con uno spread impazzito dalle manovre speculative, ma oggi è diverso e lo squilibrio della finanza occidentale fa presumere che oltre a qualche fiammata
lo spread non sarà un elemento di destabilizzazione perché potrebbe fare saltare gli equilibri globali dell'occidente in cui un America sotto il peso del debito accumulato riesce solo a rinviare lo shut-down di qualche mese, ma come direbbero i latini: "
quod differtur non aufertur"; è solo una questione di tempo ed un attacco all'Italia potrebbe essere l'elemento che fa saltare il sistema. Siamo in una situazione straordinaria che richiede provvedimenti straordinari per i quali si rende necessario uno spirito creativo e strumenti nuovi per non cadere nel caos.
Le soluzioni sono legate alla competenza e professionalità della classe dirigente che fino ad oggi non ha risposto alle esigenze, alla presa di coscienza collettiva, alla capacità di creare bene comune per affrontare con solidarietà le sfide della storia evitando di cadere nella trappola mortale di
pretese ideologiche e facili, come la patrimoniale e l'inutile governo tecnico, prima di avere messo a posto i sistemi di accountability in modo che ognuno risponda, in modo trasparente, delle sue responsabilità cosa che oggi è ancora lontana dall'avverarsi.
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