Il tutto sarà nei prossimi due mesi complicato e reso di più difficile lettura da due fattori. Il primo è lo sciopero del settore dell'auto, cha va progressivamente allargandosi. Il secondo è lo
shutdown delle attività della pubblica amministrazione, che tornerà in scena a metà novembre e sarà reso meno prevedibile dalle guerre intestine tra i repubblicani che hanno portato alla caduta della terza carica del potere federale, lo Speaker McCarthy.
In presenza di queste incertezze i mercati manterranno una dose di cautela anche in presenza di uno scenario tiepido per l'economia. I problemi che la caduta degli ultimi giorni ha evidenziato sono infatti strategici e riguardano la crisi fiscale strisciante che si profila in Occidente (e non solo) nei prossimi anni.
La pandemia ha lasciato infatti in eredità una spiccata tendenza all'indisciplina fiscale, in primis negli Stati Uniti. A differenza del mondo post-2008, questa volta non ci sono movimenti come il Tea Party che riescono a esercitare una pressione sui partiti in modo da indurli a contenere le loro pulsioni alla spesa. Il rischio concreto, quindi, è che come nel decennio scorso si è esagerato con un'austerità inutile e dannosa, in questo si esageri nel senso opposto.
Finora
l'inflazione ha coperto come la neve questo deterioramento strutturale di conti pubblici, sgonfiando lo stock di debito. Se però l'inflazione cala davvero e se per farla calare la crescita dell'economia viene raffreddata, il debito si impenna rapidamente. E si impenna ancora di più se, oltre all'aumentata spesa per interessi, i disavanzi primari dei vari paesi si mantengono sui livelli attuali.
Questo riduce molto lo spazio di manovra delle banche centrali, che nella loro azione di politica monetaria non devono più tenere conto del solo ciclo economico, ma anche della sostenibilità del debito pubblico. Finora, con un'economia forte e un'inflazione che erodeva il debito, alzare i tassi è stato facile. Da qui in avanti, tuttavia, saranno necessarie scelte dolorose.
Se si abbassano troppo presto i tassi, infatti, in presenza di una forte spesa pubblica l'inflazione può velocemente rialzare la testa. Se però si mantengono alti i tassi, l'economia e i conti pubblici rischiano di indebolirsi troppo.
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