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Libia, negli occhi solo sabbia

Si gioca a scacchi nel deserto


Di recente, il Presidente francese Emmanuel Macron ha convocato a Parigi i due leader libici, per invitarli a perseguire un rapporto di pacificazione, in vista delle elezioni da tenere nella prossima primavera. Se questa mossa ha indispettito l'Italia, per essere stata estromessa dalla mediazione dopo tanto tribolare per l'immigrazione di profughi che partono dalle sponde libiche, dall'altra parte ha legittimato sotto il profilo internazionale il ruolo del Generale Haftar sottraendolo alla influenza della Russia. Se ne è fatto garante, ed ora sarebbe comunque il responsabile politico diretto di ogni ipotetica azione di Haftar contro l'Italia. Noi, invece, siamo inattaccabili avendo dato seguito ad una richiesta ufficiale di aiuto proveniente dal governo libico legittimo, ancorchè debolissimo, guidato dal Presidente al-Serraj.

D'altra parte, il Generale Haftar non è affatto messo bene, proprio perché è alla guida di un numeroso esercito: ha tanti stipendi da pagare, e tanti denari da trovare per comprare munizioni e pezzi di ricambio. L'Egitto, infatti, non ha certo risorse finanziarie e militari da regalargli; la Russia è piuttosto guardinga, perché non può intervenire direttamente come ha fatto in Siria, dove è stata chiamata dal Presidente Assad; la Francia ora deve fare ancora più attenzione ai passi falsi. Gli Usa, infine, non hanno nessun interesse a dare un aiuto ad Haftar, che ha già tanti padrini: se mai lo appoggiasse, non avrebbe poi nessuna pedina sul campo per bilanciarne il potere.

L'Italia, pur appoggiando un governo libico debole ma legittimo, non può essere estromessa neppure dalle beghe interne a quest'ultimo: se anche l'Italia lo mollasse, non sopravviverebbe a lungo.

Inoltre, a Roma il 2 aprile scorso è stato firmato un Accordo con le tribù del sud della Libia per cercare di mettere sotto controllo i 5mila chilometri di frontiere meridionali della Libia, dove viene fatto passare il flusso dei migranti dell'Africa subsahariana che puntano ad arrivare in Europa frontiere. "Sigillare la frontiera a Sud della Libia, significa sigillare la frontiera a Sud dell'Europa", così affermò in quella occasione il Ministro dell'Interno Marco Minniti. E' una impresa difficilissima, ma è sicuramente un'altra pedina spostata dall'Italia per ricostruire un assetto statuale in Libia.

Dopo il sostegno dato alle tribù del Fezzan per cominciare a chiudere le frontiere meridionali, ora c'è l'aiuto fornito alla Guardia Costiera libica con tre navi militari italiane.

C'è chi strepita, chi minaccia, chi incassa e chi alza il prezzo.

Si gioca a scacchi nel deserto: Libia, tanta sabbia negli occhi.

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