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Incognite Americane

Inflazione, Tapering, Tetto al debito federale, Politica economica


C'è inoltre la indisponibilità immediata di forniture energetiche, gas, petrolio e carbone, su cui si innestano questioni sia tecniche ed economiche che geopolitiche e di strategia: la contrazione della domanda, che è stata determinata dalla epidemia, ha influito anche negli Usa sui prezzi dei prodotti petroliferi e sulla sostenibilità dello shale-gas che ha un livello di equilibrio cifrabile attorno ai 60-70 dollari per barile equivalente. Una dismissione, anche temporanea, di queste produzioni energetiche parcellizzate tra migliaia di pozzi e centinaia di piccoli produttori, non è immediatamente recuperabile: si dimostra anche in questo caso l'effetto distruttivo della catena produttiva che è stato determinato dalla pandemia. C'è dunque negli Usa una carenza di offerta di prodotti energetici che ha contribuito a far lievitare l'inflazione: ne è prova il fatto che il governo americano ha deciso di immettere sul mercato una quota delle riserve strategiche, per evitare un contraccolpo ancora più elevato sui prezzi. Non c'è dubbio però che, nonostante questa decisione, negli Usa il prezzo della benzina per gallone è praticamente raddoppiato a partire dall'inizio dell'estate.C'è un dato cruciale: il sostegno economico erogato con larghezza alle famiglie americane, che pure è risultato indispensabile nel momento peggiore della recessione, cifrato in 300 dollari per famiglia per undici settimane a decorrere dalla fine di dicembre 2020, e quindi fino a fine marzo 2021, ha reso i percettori dei sussidi meno propensi a riprendere il lavoro alle precedenti condizioni: anche la carenza di manodopera ai livelli retributivi più bassi, con la conseguente richiesta di mantenere le provvidenze per la disoccupazione, può spiegare la lentezza nella ripresa della produzione.

Il dato che più fa riflettere è rappresentato dalla inflazione "core", quella che non dipende dai fenomeni congiunturali come la dinamica dei prodotti agricoli freschi e della stessa componente energetica: a fine settembre, negli Usa è arrivata al livello più alto degli ultimi trent'anni con il +4,3% su base annua, mentre la componente congiunturale la portava attorno al 5%. Vero è che la stessa Fed ritiene che si tratti di un dato non strutturale, e che nei prossimi anni la inflazione sarà appena superiore al 2% annuo.
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