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18 lunghissimi mesi cruciali

Dopo Ankara, elezioni a Bruxelles, Mosca e Washington


Una montagna di debiti pubblici sta servendo questo processo di innovazione tecnologica e di investimenti, senza che la domanda dei privati cresca a sufficienza per renderli sostenibili.

A Bruxelles i giochi sono tutti da rifare: la risicatissima maggioranza che portò alla nomina della Presidente della Commissione Von der Leyen non c'è più, per via della dissoluzione della pattuglia italiana eletta dal Movimento 5 Stelle. Anche la componente francese che la sostenne fortemente, guidata dal Presidente Emmanuel Macron, è in crisi per il contemporaneo rafforzarsi della sinistra dei Nupes e della destra del RN.

I movimenti no-Vax e no-War delineano la nuova frontiera del dissenso: sistematico, pervasivo e poco controllabile, che dubita fortemente della stessa fondatezza dell'emergenza climatica. Una minoranza attiva, motivata, che si muove al di fuori dei canali ufficiali, che clona la strategia psicologica ed organizzativa della guerra rivoluzionaria, in cui ogni soldato è un generale: insieme è combattente sul campo e stratega.

Si andrà a delineare una divaricazione profonda, su base geopolitica ed economia: da una parte il Nord Europa che fronteggia la Russia e dall'altra parte il Sud che si trova ingabbiato nell'euro forte. Non c'è in gioco solo l'impalcatura del NGUE, sostenuta dalle lobby che vogliono arricchirsi con tutti questi programmi di spesa europea e nazionale, ma la stessa tenuta di un quadro troppo frammentato: la guerra in Ucraina potrebbe non essere più un collante sufficiente per tenere unita l'Europa, trasformandosi piuttosto nell'innesco di una sua deflagrazione.

Per questo va evitata ad ogni costo la recessione economica in Europa: manderebbe all'aria un consenso che è basato solo sulla rassegnazione.
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