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Se escono

Loro se la caveranno, noi faremo più fatica

Oggi che siamo tutti in ansia per l'eventuale uscita del Regno Unito fa un certo effetto ripercorrere la storia e vedere quanta fatica dovette fare Londra per entrare. De Gaulle tenne infatti gli inglesi fuori dalla porta per più di un decennio, alzando il prezzo dell'ingresso ogni volta che Londra si dimostrava pronta a pagarlo.

Oliver CromwellLa storiografia francese sostiene la tesi nobile della visione gollista di un'Europa fiera che rifiuta la colonizzazione anglosassone. La storiografia anglosassone (se ne veda l'esponente più autorevole, Andrew Moravcsik di Princeton) sostiene invece, acidissima, che il generale voleva semplicemente proteggere l'agricoltura e l'industria francesi, mantenere il dito sul bottone nucleare della force de frappe ed evitare di diluire il peso di Parigi all'interno del progetto comune.

Fatto sta che Londra riuscirà a entrare solo nel 1973. Gli inglesi verranno accolti con la stessa freddezza con cui loro entreranno e passeranno i due decenni successivi a cercare di abbassare il prezzo della quota annuale di adesione al club e a negoziare il diritto di potersi defilare sul maggior numero di questioni possibile.

Chi oggi prevede il peggio per il Regno Unito in caso di Brexit sottovaluta probabilmente la flessibilità e il pragmatismo di cui gli inglesi sono capaci. Ricordiamo che Londra uscì dal 2008 ristrutturando velocemente le banche, svalutando la sterlina, adottando subito il Qe e licenziando mezzo milione di statali che furono riassorbiti nel giro di un anno dal settore privato. Facendo di testa sua e infischiandosene dei tabù ideologici di Berlino e di Bruxelles ha avuto tassi di crescita invidiabili.
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