Nei giorni
dopo Brexit vedremo grande prudenza da parte di tutti. Si farà notare la natura consultiva del referendum e il fatto che il parlamento approverà l'uscita solo in ottobre. Da quel momento, per due anni, tutto resterà esattamente come è oggi. Si cercherà di minimizzare e si sottolineerà che la borsa inglese, quest'anno, è la migliore borsa europea. Si metterà in luce che l'Europa sta crescendo da inizio anno all'ottima velocità annualizzata del 2.3 per cento, che la Cina sta rispettando con assoluta precisione il suo obiettivo del 6.9 e che in America l'economia ha ripreso a viaggiare alla sua velocità di crociera del 2 per cento.
Le
banche centrali, in caso di Brexit, lavoreranno a pieno ritmo per tenere tranquillo il dollaro, su cui già la Fed ha appena gettato abbondante acqua gelata
archiviando definitivamente il suo piano ambizioso di rialzo dei tassi, una decisione di grande portata. La
Bce, acquistando corporate, continuerà a spingere i mercati verso i debitori più fragili, le borse e i Treasuries. La
Banca del Giappone, rinunciando ad agire ora, contribuirà a calmare il
dollaro e a preparare il terreno per misure particolarmente aggressive il mese prossimo. Con un euro stabile e un dollaro calmo emergenti e materie prime non subiranno contraccolpi di rilievo. L'imminenza delle presidenziali indurrà la Fed a non fare nulla che possa indebolire economia e borse fino a novembre.
Sul piano politico Germania e Francia ribadiranno la loro fiducia nel progetto europeo. Non hanno alternative. L'influente eurodeputato verde Cohn-Bendit ha appena pubblicato un libro per sollecitare una
union sacrée tra gollisti e socialisti e un governo di grande coalizione che contenga l'antieuropeismo del Front National. I tempi sono maturi.
Domato sul nascere l'incendio sarà però importante non fare passare troppo tempo prima di impostare una seria riflessione sull'Europa, altrimenti la tenuta dei mercati sarà prima o poi di nuovo a rischio.
Tutto questo in caso di
Brexit. In caso di
Brexin, buon rialzo a tutti.
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