Il
2018 sarà un anno impegnativo per chi investe perché, come abbiamo già iniziato a vedere, si alterneranno e accavalleranno due narrazioni. La prima è quella della crescita sana che accelera (in questo momento è sopra il 4 negli Stati Uniti e vicina al 3 in Europa) e degli utili in forte crescita (in America molto più che in Europa). La seconda è quella della crescita drogata e surriscaldata che costringerà le banche centrali a frenare o, se proprio non vogliono frenare per motivi politici, ad accettare l'inevitabile arrivo dell'inflazione.
A dirimere la questione sarà per l'appunto l'
inflazione. Per ora non si vede, ma molti, nel mercato, dicono di sentirne l'odore.
A complicare le cose c'è l'arrivo di un
nuovo presidente della Fed. Bernanke e la Yellen, per legittimarsi di fronte ai mercati, esordirono mettendo l'accento sulla necessità di controllare l'inflazione. Se anche
Powell farà così, le borse correggeranno e la curva dei rendimenti tornerà ad appiattirsi.
In un quadro così complesso e volatile il suggerimento è di comprare borsa su debolezza e vendere bond lunghi su forza. I bond, in questo ciclo, hanno dimostrato di avere nove vite e potranno benissimo averne anche una decima se l'inflazione vera (per ora è salita solo quella attesa) tarderà ad arrivare, ma non conviene mai puntare su qualcosa che ha il vento contro. Meglio il cash o le scadenze brevi.
Le borse, al contrario, potranno assorbire il rialzo dei tassi e anche una ripresa dell'inflazione a patto che il processo sia graduale e a condizione che gli utili si confermino eccellenti.
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