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Pistole sul tavolo

La nuova diplomazia muscolare


Che fare?

Abituarsi. Se il conflitto tra Cina e America coprirà tutto l'arco di questo secolo le borse non scenderanno necessariamente per cento anni. La guerra fredda è durata più di quarant'anni e ha vissuto momenti terribili come la crisi dei missili del 1963 ma i mercati hanno imparato a conviverci e alla fine sono comunque saliti.

Aspettare i soccorsi. Già il 16 giugno la Fed potrebbe annunciare la disponibilità ad abbassare i tassi.

Aspettare le tregue. Tutti i conflitti lunghi sono intervallati da fasi di tregua più o meno solide. A fine giugno, con l'incontro tra Trump e Xi, potrebbe aprirsi una fase di fragile tregua.

Sfruttare la ridondanza. La globalizzazione è efficienza, la deglobalizzazione è ridondanza. Là dove c'era un'unica filiera produttiva globale se ne devono creare due. Questo implica la duplicazione di impianti e risorse e nuovi investimenti nei settori più interessati dal conflitto.

Grandi progetti. Il progetto Manhattan, la bomba atomica, fu figlio della guerra. Il progetto Apollo, la luna, fu figlio della guerra fredda. Da questi due progetti è discesa una parte decisiva dell'innovazione di questi 75 anni. I conflitti mobilitano risorse e costringono a mettere a fuoco gli obiettivi. Le spese per la difesa, per l'alta tecnologia a sfondo militare e per la sicurezza informatica possono andare in una direzione sola.

Vietnam. Quello che sta succedendo è a somma negativa, quanto meno nella fase iniziale, ma per qualcuno è manna dal cielo. Il Vietnam ha tassi di crescita stabili simili a quelli cinesi, ha un costo del lavoro più basso di quello cinese, è in ottimi rapporti con l'America e della Cina ha da millenni solo paura. Ci sono anche altri paesi dell'Asia del sud avvantaggiati dalla fuga dalla Cina, ma il Vietnam sembra al momento quello meglio posizionato.

Oro. Pensiamo all'oro laicamente, senza ipotizzare nuove Weimar o apocalissi di qualsiasi genere. Semplicemente qualcosa che, in condizioni di tassi bassi, dovrebbe mantenere il suo valore e magari, di tanto in tanto, migliorarlo.

(Foto: David Packman)
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