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Quattro narrazioni

Cresce finalmente la dispersione delle opinioni


Il 2022 meglio del 2021. Sul versante opposto, un numero crescente di voci (IMF, Goldman Sachs sugli Stati Uniti, gli istituti di ricerca tedeschi) taglia le stime per il 2021 ma riporta al 2022 la crescita che non si è realizzata quest'anno.

Si prenda il caso della Germania. Nell'ottobre 2020 il Fondo Monetario prevedeva per quest'anno una crescita del 4.3 per cento. Oggi gli istituti tedeschi tagliano il 2021 al 2.4 ma alzano la stima per l'anno prossimo dal 3.9 al 4.8.Che conclusioni possiamo trarre da questa interessante cacofonia di ipotesi? Ne avanziamo una. L'impianto della narrazione ufficiale che ci ha accompagnato nella prima parte dell'anno rimane in piedi, ma va rivisto e corretto. L'inflazione scenderà, ma non tornerà al due e si assesterà piuttosto sul tre abbondante in America (un punto in meno in Europa). La crescita continuerà per effetto della domanda arretrata di investimenti produttivi pubblici e privati e per la ricostituzione delle scorte. Le strozzature dell'offerta tenderanno a correggersi almeno in parte. Governi e banche centrali saranno molto cauti nel tornare alla normalità fiscale e monetaria.

Detto questo, come abbiamo imparato in questi mesi, i rischi di coda saranno tutt'altro che trascurabili. Alcuni di questi, come quello dell'energia, saranno strutturali e ci accompagneranno a intermittenza per molti anni.

Nulla vieta, inoltre, che si possano presentare allineamenti negativi di eventi, probabilmente temporanei ma temibili. A parte le possibili crisi geopolitiche, imprevedibili nei tempi e nei modi, pensiamo all'ipotesi più banale di un allineamento negativo costituito da imprese che hanno appena riempito i magazzini approfittando dell'allentarsi delle strozzature proprio mentre si riacutizza per il freddo (o per il caldo) la crisi energetica e cala la domanda finale, mentre le banche centrali hanno in corso la normalizzazione monetaria. O pensiamo al rischio di una nuova variante Covid, oggi non calcolato da nessuna delle stime in circolazione.

Cerchiamo quindi di ricordare la lezione che abbiamo imparato in questi ultimi tre mesi anche quando il mercato, come sembra voler fare, riprenderà tono, tornerà sui massimi e proverà a segnarne di nuovi nei prossimi mesi. Rimaniamo costruttivi, ma prepariamoci a mercati più difficili e a rialzi più lenti e irregolari.
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