Facebook Pixel
Milano 13:17
34.201,67 -0,28%
Nasdaq 29-apr
17.782,71 0,00%
Dow Jones 29-apr
38.386,09 0,00%
Londra 13:17
8.197,21 +0,62%
Francoforte 13:17
18.058,52 -0,33%

Energia

Più domanda che offerta, per qualsiasi fonte

Dal 24 febbraio i mercati hanno attraversato tre fasi. La prima è stata quella della sorpresa e dell'orrore. L'incalzare incessante di pessime notizie politiche e militari e la percezione di un rischio di malfunzionamento o addirittura interruzione dei flussi globali non solo finanziari (come era stato nel 2008) ma anche commerciali e produttivi hanno indotto a chiudere a qualsiasi prezzo le posizioni lunghe sull'azionario e quelle corte su bond e materie prime.

Come sempre in questi casi, le componenti speculative e opportuniste del mercato hanno soffiato sul fuoco, sparando alla schiena, come ha detto Harris Kupperman, su chi stava scappando. Ancora di più, a spiegare l'ampiezza dei movimenti di mercato, hanno tuttavia concorso i modelli di gestione del rischio (che come sempre esasperano le oscillazioni) e l'aumento dei margini sui derivati richiesti da borse e banche.

La seconda fase è iniziata quando chi doveva farsi male nella prima fase ha finito di farsi male chiudendo le posizioni. L'apparire di qualche spiraglio nelle trattative tra Russia e Ucraina e la percezione che il mondo avrebbe potuto faticosamente adattarsi e sopravvivere al grande disordine hanno rovesciato il quadro. Le sanzioni, per quanto sempre più dure, sono apparse in qualche modo aggirabili e non mirate al bersaglio grosso, il gas russo. Il conflitto in Ucraina è sembrato avere delle linee rosse invalicabili (no fly zone, armi chimiche, aerei Nato). La trattativa tra Russia e Ucraina è sembrata entrare nel cuore delle questioni. Misure di contenimento dei danni all'economia sono state annunciate in Europa e in Cina. Dove non sono state annunciate sono state comunque ipotizzate dai mercati, in particolare sul fronte monetario, dove si è immaginato un rallentamento del processo di normalizzazione.

La seconda fase ha quindi visto un rimbalzo dell'azionario e una discesa dei bond e delle materie prime. A dare altra forza al recupero azionario globale ha contribuito naturalmente anche la svolta pro mercato delle autorità cinesi.
Condividi
"
Altri Top Mind
```