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Energia

Più domanda che offerta, per qualsiasi fonte


La stessa dinamica di restrizione dell'offerta per le sanzioni alla Russia e di aumento della domanda, già visibile da qualche mese, si sta verificando sull'uranio. Ai massimi anche il prezzo del carbone.

In questo contesto ecumenico, anche le fonti rinnovabili riceveranno una spinta ulteriore attraverso investimenti e sussidi dei governi e politiche ESG della finanza. Il problema, qui, è che tra decisione ed entrata in funzione di un impianto eolico o fotovoltaico c'è un lead time misurabile in anni, più che in mesi, che dovrà essere accompagnato da energie fossili.

Gli investitori avranno dunque l'imbarazzo della scelta tra le fonti energetiche almeno, ripetiamo, fino alla prossima recessione globale. Anche se per ipotesi dovesse scoppiare la pace tra Russia e Ucraina, la scelta di autosufficienza energetica continuerebbe infatti a orientare i paesi occidentali verso l'emancipazione dalla produzione russa. L'unico investimento energetico che nel nuovo contesto potrebbe risultare strutturalmente un po' meno attraente di come si pensava è quello dei crediti di carbonio. I governi, per non perdere interi settori produttivi energivori già sotto stress, potrebbero infatti rallentare l'introduzione di standard energetici più stringenti.

La fase che si apre sarà più lunga e meno volatile delle due precedenti. Chi è stato così bravo e coraggioso da comprare sui minimi potrà alleggerire. Per tutti sarà una fase in cui verificare che i titoli in portafoglio siano adatti al nuovo mondo di tassi in rialzo e crescita in rallentamento. Bilanci solidi, capacità di fare utili e bassi multipli saranno i criteri da seguire nella scelta.

(Foto: Raul Varzar on Unsplash)
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