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Energia

Più domanda che offerta, per qualsiasi fonte


Ora si apre una terza fase di sintesi in cui i mercati, grazie al posizionamento più equilibrato, cercano finalmente di prezzare il nuovo mondo in cui siamo entrati senza guardarlo con le lenti nere della prima fase o le lenti rosa della seconda. È un'operazione complessa, perché i danni sono ramificati e non sono ancora emersi tutti, perché Russia e Ucraina da una parte trattano seriamente ma dall'altra si preparano anche all'ipotesi di uno scontro più duro e prolungato e infine perché la terza fase coincide con l'inizio ufficiale della normalizzazione monetaria americana, che parte con intenzioni più battagliere di quelle che il mercato aveva preso a immaginare.

Dall'altro lato, quello positivo, dalla nebbia del quadro generale emerge che gli Stati Uniti manterranno quest'anno una crescita superiore al tendenziale, anche se ormai di poco, mentre la Cina si impegna ad avvicinarsi a una crescita del 5.5 per cento. Più precario, ma non recessivo (se non per uno-due trimestri), l'andamento europeo.

Un altro tema portante che emerge nel nuovo mondo è quello dell'energia. Sono molti i fattori che fanno pensare a un permanere strutturale di uno sbilanciamento tra domanda e offerta, con la prima più forte della seconda almeno fino alla prossima recessione.

Questa fase di squilibrio richiede l'apporto di tutte le fonti reperibili, tanto fossili quanto rinnovabili. Non importa che la narrazione sia che le rinnovabili stanno mostrando i loro limiti, quantomeno nel breve termine, oppure che l'uso accelerato delle fossili sia la strada per sopravvivere e arrivare prima a un utilizzo più ampio delle rinnovabili.
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