Facebook Pixel
Milano 12:43
34.272,78 +0,84%
Nasdaq 6-mag
18.093,57 0,00%
Dow Jones 6-mag
38.852,27 0,00%
Londra 12:43
8.296,01 +1,00%
Francoforte 12:43
18.307,76 +0,73%

Da una parte e dall'altra

Analisi e previsioni si fanno più sfumate e articolate

Nell'arco di pochi mesi siamo passati dalla percezione della forza straordinaria di un ciclo economico drogato per due anni in tutti i modi possibili all'idea di una recessione globale imminente, se non già presente.

I mercati finanziari, dal canto loro, sono passati dall'idea di un'inflazione inconcepibile (2020) a quella di un'inflazione transitoria (2021), per poi approdare, in questa prima metà di 2022, all'idea di una stagflazione simile a quella degli anni Settanta cui solo una drastica cura di restrizione monetaria e di recessione potrà porre termine.

Le borse, che si erano convinte di essere l'unico investimento possibile in un mondo di tassi reali permanentemente negativi e che pensavano di essere inarrestabili, grazie a un inesauribile esercito di compratori pronti ad approfittare di ogni debolezza, hanno scoperto di essere vulnerabili.

Questa vulnerabilità è stata inizialmente percepita esclusivamente sul fronte dei multipli e ha portato ad attacchi concentrati su chi questi multipli li aveva espansi di più, ovvero la tecnologia. Recentemente la sensazione di vulnerabilità si è allargata ai profitti e ha coinvolto settori che erano sembrati inizialmente al riparo dai problemi come il largo consumo e la grande distribuzione.

Solo i titoli legati alle energie fossili hanno tenuto bene o si sono addirittura apprezzati insieme a un certo numero di società a bassa capitalizzazione e bassi multipli che erano state trascurate, per il loro essere in settori tradizionali, durante il grande rialzo.
Condividi
"
Altri Top Mind
```