Facebook Pixel
Milano 7-mag
0 0,00%
Nasdaq 7-mag
18.091,45 -0,01%
Dow Jones 7-mag
38.884,26 +0,08%
Londra 7-mag
8.313,67 +1,22%
Francoforte 7-mag
18.430,05 +1,40%

Da una parte e dall'altra

Analisi e previsioni si fanno più sfumate e articolate


Tutto il resto è stato coinvolto in una discesa che a tratti è sembrata inarrestabile. Si è dibattuto sul punto di arresto del ribasso. Alcuni hanno ipotizzato, dopo la discesa del 20 per cento dai massimi, un ulteriore 10 per cento (ovvero 3500 di SP 500) per arrivare alla dimensione media dei bear market storici, ovvero il 30 per cento. Altri hanno proposto la cancellazione completa di questi due anni convulsi di esperimenti e la restaurazione nostalgica dell'ordine prepandemico, conclusosi nei primi mesi del 2020 con l'inflazione al 2 per cento, l'indice SP a 3250 e i tassi decennali a 1.55. Altri infine hanno disegnato scenari ancora più foschi, se non altro perché i tassi sono nel frattempo raddoppiati rispetto a quell'epoca fortunata. Quanto agli utili, è vero che sono saliti rispetto ad allora, ma da qui in avanti è sensazione diffusa che incontreranno ostacoli crescenti sulla loro strada.

Siamo insomma passati dal paradiso, non importa se artificiale, a una perdita quasi completa di ancoraggi e di punti di riferimento, aggravata naturalmente dal caos della guerra.

Negli ultimi giorni, tuttavia, si è diffusa nei mercati l'idea che la correzione avvenuta finora è sufficiente, almeno per il momento. Ci si può fermare e guardare intorno. Prima vendere (o comprare) e poi ragionare, dicono i trader quando vedono valanghe all'orizzonte. Ora che le vendite dettate dal panico, dal VaR e dalle chiamate a margine sono completate è arrivato il momento dei ragionamenti.

Si scopre così che il mondo è più complicato di come lo dipingono i fautori del tutto rosa (ci sono ancora alcuni strategist che vedono il 2022 terminare sopra 5000) o del tutto nero.
Condividi
"
Altri Top Mind
```