Mentre le imprese sono in difficoltà, il potere politico ed amministrativo ne approfitta per riconquistare centralità negoziale e consensi: ogni scusa è buona per ottenere stanziamenti, prevedere erogazioni.
Dietro ogni misura, ogni articolo di legge, ogni comma, c'è una negoziazione sociale, economica e finanziaria.
E' stata una follia decidere di far indebitare ancora le imprese prima di aver definito tutte le partite di spesa e di entrata in cui lo Stato si manifesta da anni un cattivo debitore.
Tre cose si dovevano fare subito per rifornire di liquidità una gran parte delle imprese e per mettere ordine ai conti per riprendere il lavoro dopo la sospensione forzata:
- estinguere i debiti della PA nei confronti delle imprese;
- saldare i crediti Iva;
- rottamare le pendenze tributarie e previdenziali con una procedura di saldo e stralcio.
Pagare gli arretrati che le Pubbliche Amministrazioni devono contrattualmente alle imprese per i lavori e le forniture già effettuare, oppure azzerare i crediti Iva non avrebbe portato un solo voto al governo: perché non c'era niente da contrattare. Si sarebbe solo rispettato un diritto dei creditori. Peggio, si sarebbe fatto un favore alla Lega, la cui base elettorale è forte tra le piccole e medie imprese, gli artigiani, i commercianti ed i professionisti.
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