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Chiusure e Debito, Fallimenti e Patrimoniale

Il Parlamento deve decidere anche delle chiusure, non solo dei ristori

Davvero strano il sistema giuridico e politico che si sta adottando in Italia per gestire l'epidemia di Covid-19 ed ora la sua recrudescenza autunnale.

Il Presidente del Consiglio, sulla proposta del Ministro della Salute e sentiti una serie di Ministri, continua a disporre con propri provvedimenti, DPCM, la sospensione di una serie di attività economiche, dalle sale da gioco ai cinema ed ai teatri; a determinare gli orari di apertura e di chiusura di esercizi commerciali, come i bar ed i ristoranti che devono chiudere alle 18:00; oppure, a consentire deroghe per le cene servite negli alberghi agli ospiti; ed ancora, a fissare orari ancora diversi per la vendita di prodotti da asporto.

Anche stavolta, per contrastare l'andamento crescente della curva del numero di coloro che risultano positivi ai controlli, si limitano le libertà economiche, di circolazione, di riunione, di insegnamento, senza una previa decisione parlamentare.

Anche stavolta, è stato promesso un "ristoro" per coloro che saranno danneggiati da queste misure precauzionali. I numeri in ballo sono roboanti, e preoccupanti, visto che si parla di 5 o 6 miliardi di euro di spese. In parte andranno a coprire anche l'allungamento della Cassa integrazione guadagni per altre sei settimane, forse anche la sospensione del pagamento della seconda rata dell'IMU.

Tutto finanziato a debito, naturalmente.
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