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Vent'anni dopo

Il futuro non fa mai quello che pensiamo noi.

Il futuro non fa mai quello che pensiamo noi.

In un suo libro del 2009, The Next 100 Years, George Friedman passa in rassegna le previsioni di consenso sui successivi venti e più anni in momenti diversi del secolo scorso e di questo.

Nel 1900 qualunque persona ragionevole, interrogata sul futuro, avrebbe previsto una continuazione del dominio europeo sul mondo e, grazie al processo di globalizzazione in pieno corso, una lunga fase di pace e di prosperità.

Nel 1920, con l'Europa in pezzi, tre imperi crollati e l'apparizione come protagoniste di tre potenze extraeuropee (Stati Uniti, Unione Sovietica, Giappone) chiunque avrebbe ipotizzato una Germania indebolita per sempre e una lunga fase di pace dopo i 16 milioni di morti della Grande Guerra.

Nel 1940, con una Germania più forte che mai, in piena espansione militare in Europa e ben coperta sul fronte orientale grazie al patto Molotov-Ribbentrop, sarebbe stato quasi ovvio prevedere una lunga fase di controllo tedesco sull'Europa e, con il Giappone, sull'Asia.

Nel 1960, con la Germania sconfitta e divisa, i grandi imperi coloniali europei al collasso e l'Europa stessa divisa in due sfere d'influenza americana e sovietica, il consenso generale prevedeva una continuazione della Guerra Fredda con una netta supremazia degli Stati Uniti, la superpotenza che controllava i mari.

(Nella foto: 1900. Mulberry Street a New York)
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