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Emergenti

Quelle sottili differenze tra la Polonia e la Guinea Bissau.

Quelle sottili differenze tra la Polonia e la Guinea Bissau.

Ci sono tre teorie su come affrontare i mercati emergenti nei prossimi anni. La prima sostiene che vadano evitati con ogni cura. La seconda afferma al contrario che sono l'unica area in cui sia rimasto qualcosa a prezzo ragionevole. La terza rifiuta le generalizzazioni e suggerisce di considerare ogni singolo paese per i suoi meriti e demeriti. Aderiamo entusiasticamente alla terza.

La prima teoria si basa sull'idea che il grande boom degli anni Duemila sia stato un fenomeno una tantum, dovuto esclusivamente all'emergere della Cina. La vorace domanda cinese di risorse necessarie per la fase di industrializzazione accelerata e per la creazione di infrastrutture ha tenuto alto il prezzo delle materie prime e ha permesso all'America Latina e all'Africa di godere di un lungo boom.

A questo si è aggiunto un altro fenomeno una tantum, l'espansione accelerata del credito interno per investimenti e consumi. Questo processo ha avuto luogo tra il 2008 e il 2011 ed è stato dovuto in pari misura alla hybris di questi paesi (siamo forti per sempre, abbiamo poco debito e ora possiamo crearcene quanto vogliamo) e alle insistenti richieste di Europa e Stati Uniti, che hanno cercato di uscire dalla Grande Recessione salendo sulle spalle della domanda cinese ed emergente in generale. Si spiega così l'esplosione del credito per comprare case e automobili in Turchia, Brasile, Indonesia e ovviamente in Cina, dove a indebitarsi sono state però le imprese.

(Nella foto: Varsavia. Il parlamento)
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