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Troppo di una cosa buona

Quanta inflazione arriverà per effetto degli stimoli fiscali?

Too much of a good thing, troppo di una cosa buona, è un'espressione piuttosto comune della lingua inglese. Risale al XVI secolo e la si ritrova anche in Shakespeare. C'è insomma una misura in tutte le cose, come dicevano i greci, anche in quelle belle, buone, piacevoli e positive. L'eccesso è controproducente.

Ma come spesso accade, a una massima di apparente saggezza che entra nell'uso, se ne va a contrapporre un'altra di senso contrario, spesso altrettanto fortunata. In italiano, ad esempio, l'unione fa la forza circola tranquillamente accanto a chi fa da sé fa per tre.
E così è in inglese da quando Mae West, attrice e autrice di grande intelligenza trasgressiva delle Hollywood e Broadway degli anni d'oro, mise in copione una delle sue più celebri battute allusive, you can never have too much of a good thing, non si ha mai troppo di una cosa buona, che da allora circola in inglese con la stessa frequenza dell'originale moderato cui si contrappone.

L'appassionato dibattito che si è aperto in America tra gli economisti di area democratica sulla politica fiscale di Biden ruota esattamente intorno alla possibilità di eccesso di una cosa buona. Posto che una scelta espansiva è indispensabile in un contesto come l'attuale, esiste la possibilità che le misure proposte siano eccessive e pericolosamente inflazionistiche o, al contrario, dobbiamo pensare che non esiste mai un troppo di una cosa buona e che un pacchetto di spesa più è imponente e meglio è?
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